Stephenson 86 – Liuni
località
Milano,via G. Stephenson 86
programma
edificio per uffici
cliente
Liuni Spa
progetto
2016 concorso premio menzione speciale
progetto
Andrea Maffei
coordinamento
Ilario Occhipinti / Andrea Maffei Architects, Milano
design team
Ilario Occhipinti,Giuliano Godoli / Andrea Maffei Architects, Milano
dimensioni
area di progetto
6.833 mq
slp
4.723 mq
slc
5.682 mq
spazio pubblico
3.650 mq
materiali
cemento armato,acciaio,vetro,greenwood
località
Milano,via G. Stephenson 86
programma
edificio per uffici
cliente
Liuni Spa
progetto
2016 concorso premio menzione speciale
progetto
Andrea Maffei
coordinamento
Ilario Occhipinti / Andrea Maffei Architects, Milano
design team
Ilario Occhipinti,Giuliano Godoli / Andrea Maffei Architects, Milano
dimensioni
area di progetto
6.833 mq
slp
4.723 mq
slc
5.682 mq
spazio pubblico
3.650 mq
materiali
cemento armato,acciaio,vetro,greenwood
http://www.liuni.com/news-2016/progetta-stephenson-86-5-migliori-progetti-del-concorso-idee/
http://www.liuni.com/news-2016/progetta-stephenson-86-5-migliori-progetti-del-concorso-idee/
nessuna pubblicazione al momento
nessuna pubblicazione al momento
Il contesto è quello tipico della periferia senza riferimenti ne morfologie urbane caratterizzanti, ma solo edifici in serie, senza luoghi con una precisa identità urbana.
L’indifferenza del contesto necessitava un progetto in grado di costituire un punto di riferimento con una spiccata capacità attrattiva. Non abbiamo voluto progettare un semplice parallelepipedo astratto. Si è pensato ad un gioco di volumi in grado di raccontare una storia fatta di pieni e vuoti che stabilissero un dialogo con chiunque si approcciasse a questo spazio.
La composizione e il gioco di volumi così concepito partecipa attivamente alla creazione dei vuoti che diventano ora la piazza d’accesso al complesso caratterizzata da una grande tettoia con fori in vetro cemento, che si lascia attraversare dalla luce solare, ora il giardino di rappresentanza e spazio di separazione tra sfera pubblica e privata in modo da generare uno spazio di lavoro piacevole e stimolante.
Lo spazio interno si articola in blocchi larghi 14 m per permettere una distribuzione ottimale degli uffici e garantire la massima flessibilità di configurazione. Questi spazi sono rivestiti totalmente da un involucro di vetro e da scuri di legno che corrono orizzontali lungo tutta l’estensione generando un solido cangiante in relazione ai punti di vista. In corrispondenza delle aperture è possibile, tramite un meccanismo a pistoni elettrici, sollevare le schermature orizzontali per permettere di avere maggiore visibilità e difendersi dall’irraggiamento del mattino. Spazi ricreativi e giardini pensili, come le terrazze e il patio sopraelevato, sono il risultato di ulteriori sottrazioni a partire dalla massa monolitica principale. Il concetto era quello di alternare spazi di lavoro e spazi informali in cui fosse possibile promuovere lo scambio e il dialogo tra gli utenti, senza separarli ma inserendoli opportunamente all’interno degli open space.
Il contesto è quello tipico della periferia senza riferimenti ne morfologie urbane caratterizzanti, ma solo edifici in serie, senza luoghi con una precisa identità urbana.
L’indifferenza del contesto necessitava un progetto in grado di costituire un punto di riferimento con una spiccata capacità attrattiva. Non abbiamo voluto progettare un semplice parallelepipedo astratto. Si è pensato ad un gioco di volumi in grado di raccontare una storia fatta di pieni e vuoti che stabilissero un dialogo con chiunque si approcciasse a questo spazio.
La composizione e il gioco di volumi così concepito partecipa attivamente alla creazione dei vuoti che diventano ora la piazza d’accesso al complesso caratterizzata da una grande tettoia con fori in vetro cemento, che si lascia attraversare dalla luce solare, ora il giardino di rappresentanza e spazio di separazione tra sfera pubblica e privata in modo da generare uno spazio di lavoro piacevole e stimolante.
Lo spazio interno si articola in blocchi larghi 14 m per permettere una distribuzione ottimale degli uffici e garantire la massima flessibilità di configurazione. Questi spazi sono rivestiti totalmente da un involucro di vetro e da scuri di legno che corrono orizzontali lungo tutta l’estensione generando un solido cangiante in relazione ai punti di vista. In corrispondenza delle aperture è possibile, tramite un meccanismo a pistoni elettrici, sollevare le schermature orizzontali per permettere di avere maggiore visibilità e difendersi dall’irraggiamento del mattino. Spazi ricreativi e giardini pensili, come le terrazze e il patio sopraelevato, sono il risultato di ulteriori sottrazioni a partire dalla massa monolitica principale. Il concetto era quello di alternare spazi di lavoro e spazi informali in cui fosse possibile promuovere lo scambio e il dialogo tra gli utenti, senza separarli ma inserendoli opportunamente all’interno degli open space.