Sede Provincia di Bolzano
progetto
Nuova sede della ripartizione personale della Provincia autonoma di Bolzano
cliente
Provincia Autonoma di Bolzano
progetto
Andrea Maffei Architects
architettura
Andrea Maffei e Takeshi Miura
design team:
Takeshi Miura, Vincenzo Carapellese, Atsuko Suzuki / Andrea Maffei Architects,Milano
progetto strutture
Claudio Bertagnolli / Holzner Bertagnolli, Bolzano
progetto impianti
Norbert Klammsteiner / Energytech, Bolzano
rendering
Angelo Ferretti
modello
ONE OFF, Milano
date
concorso
Gennaio 2011
dimensioni
superficie lorda costruita
6720 mq
superficie coperta
425 mq
altezza massima
50m
progetto
Nuova sede della ripartizione personale della Provincia autonoma di Bolzano
cliente
Provincia Autonoma di Bolzano
progetto
Andrea Maffei Architects
architettura
Andrea Maffei e Takeshi Miura
design team:
Takeshi Miura, Vincenzo Carapellese, Atsuko Suzuki / Andrea Maffei Architects,Milano
progetto strutture
Claudio Bertagnolli / Holzner Bertagnolli, Bolzano
progetto impianti
Norbert Klammsteiner / Energytech, Bolzano
rendering
Angelo Ferretti
modello
ONE OFF, Milano
date
concorso
Gennaio 2011
dimensioni
superficie lorda costruita
6720 mq
superficie coperta
425 mq
altezza massima
50m
nessun link al momento
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nessuna publicazione al momento
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Concorso Palazzo Provinciale di Bolzano
Il sito
L’area oggetto di concorso si trova nelle immediate vicinanze della stazione ferroviaria e guarda sul retro verso il centro della città e davanti per le Alpi e il Catinaccio. I volumi richiesti dal bando non consentivano di contenere la massa dell’edificio entro le altezze di quelli limitrofi e quindi il progetto si trovava a svettare al di fuori del contesto attorno.
I concetti di progetto
Da queste premesse ci risultava difficile mantenere il progetto in un semplice monovolume statico. Le proporzioni sarebbero state troppo rigide e l’edificio si sarebbe tradotto in un semplice esercizio stilistico sul disegno delle facciate (più strane, meno strane, storte, curve o che altro) come ormai sta avvenendo in modo troppo inflazionato in tutte le nuove architetture. L’edificio sarebbe così diventato un edificio troppo alla moda, senza concetti e dopo pochi anni sarebbe subito diventato vecchio, con lo stesso effetto che oggi ci danno le facciate degli edifici anni ’70 oppure anni ’80.
Per noi l’architettura è un linguaggio con cui il progettista racconta i suoi pensieri e quindi abbiamo voluto creare un progetto che raccontasse i seguenti concetti.
Massima funzionalità
Potrà sembrare un concetto scontato, ma ormai la maggior parte delle nuove architetture sono poco funzionali in quanto privilegiano la forma rispetto alla funzione. Noi riteniamo che innanzitutto l’edificio debba svolgere le sue funzioni nel miglior modo possibile. Da ciò il progetto è stato sviluppato su una forma rettangolare con due scale di sicurezza alle estremità, un corridoio centrale e le funzioni ai lati per rendere il progetto efficiente e ben distribuito. Ciò ha consentito di rispettare i volumi massimi richiesti.
Alleggerimento attraverso la rastremazione
Abbiamo voluto poi alleggerire l’impianto di base del progetto attraverso un processo di rastremazione dei volumi verso l’alto, che partono con dimensioni maggiori a livello strada e via via si riducono in profondità in tre step successivi, passando da 14,1m a soli 7,5m sulla sommità. Questo processo alleggerisce il volume e lo porta a uno slancio verso l’alto che ricorda, da un lato, la tensione delle cattedrali gotiche e, dall’altro, la forma delle montagne circostanti che si riducono via via fino alle cime innevate. Tali soluzioni di rastremazione trovano affascinanti esempi già realizzati sia nei grattacieli americani – basti pensare al famoso Crysler Building di NY- sia nei tetti rastremati degli edifici storici di Bolzano e delle Alpi.
Metafora della montagna
Con tale soluzione rastremata abbiamo voluto anche rimandare alla memoria delle bellissime montagne delle Alpi attorno. Le montagne nascono infatti da una base maggiore da cui si assottigliano attraverso i boschi fino alla cima innevata.
A questo scopo abbiamo definito il disegno e i materiali della facciata. Essa è tutta vetrata e rivestita di lunghi frangisole verticali molto fitti (con passo 30cm) per il contenimento energetico e per rientrare nei parametri di Casaclima.
Il materiale di tali frangisole è previsto diverso in ognuno dei quattro volumi sovrapposti a gradoni per caratterizzarlo e per dare l’idea di una sovrapposizione degli strati della montagna. Nel primo a quota strada le lamelle sono previste realizzate in pietra, come le rocce della montagna, nel secondo in legno di larice, come gli alberi della montagna, nel terzo in acciaio inox a simboleggiare il freddo della neve, ed infine in vetro per ricordare il ghiaccio sulla cima della montagna.
Trasformazione dinamica
Oltre alla metafora, il cambiamento della pesantezza del materiale procedendo dal basso verso l’alto – dalla pesantezza della pietra alla base fino alla trasparenza ed alla leggerezza del vetro in cima – è finalizzato a percepire fisicamente un progressivo alleggerimento dell’edificio, non solo nella forma dei volumi, ma anche nella loro consistenza materica.
Tale cambiamento dei materiali porta ad enfatizzare la tensione dell’edificio verso l’alto. Guardandolo dal basso verso l’alto, la sede della Provincia sembrerà sfumare da una base pesante verso una cima trasparente e immateriale.
Questa percezione fisica dei materiali darà al progetto un’affascinante dinamismo materico che renderà il progetto unico nel suo genere e di grande fascino.
A questo scopo anche le funzioni sono state distribuite seguendo l’andamento dei volumi e dei materiali.
Concorso Palazzo Provinciale di Bolzano
Il sito
L’area oggetto di concorso si trova nelle immediate vicinanze della stazione ferroviaria e guarda sul retro verso il centro della città e davanti per le Alpi e il Catinaccio. I volumi richiesti dal bando non consentivano di contenere la massa dell’edificio entro le altezze di quelli limitrofi e quindi il progetto si trovava a svettare al di fuori del contesto attorno.
I concetti di progetto
Da queste premesse ci risultava difficile mantenere il progetto in un semplice monovolume statico. Le proporzioni sarebbero state troppo rigide e l’edificio si sarebbe tradotto in un semplice esercizio stilistico sul disegno delle facciate (più strane, meno strane, storte, curve o che altro) come ormai sta avvenendo in modo troppo inflazionato in tutte le nuove architetture. L’edificio sarebbe così diventato un edificio troppo alla moda, senza concetti e dopo pochi anni sarebbe subito diventato vecchio, con lo stesso effetto che oggi ci danno le facciate degli edifici anni ’70 oppure anni ’80.
Per noi l’architettura è un linguaggio con cui il progettista racconta i suoi pensieri e quindi abbiamo voluto creare un progetto che raccontasse i seguenti concetti.
Massima funzionalità
Potrà sembrare un concetto scontato, ma ormai la maggior parte delle nuove architetture sono poco funzionali in quanto privilegiano la forma rispetto alla funzione. Noi riteniamo che innanzitutto l’edificio debba svolgere le sue funzioni nel miglior modo possibile. Da ciò il progetto è stato sviluppato su una forma rettangolare con due scale di sicurezza alle estremità, un corridoio centrale e le funzioni ai lati per rendere il progetto efficiente e ben distribuito. Ciò ha consentito di rispettare i volumi massimi richiesti.
Alleggerimento attraverso la rastremazione
Abbiamo voluto poi alleggerire l’impianto di base del progetto attraverso un processo di rastremazione dei volumi verso l’alto, che partono con dimensioni maggiori a livello strada e via via si riducono in profondità in tre step successivi, passando da 14,1m a soli 7,5m sulla sommità. Questo processo alleggerisce il volume e lo porta a uno slancio verso l’alto che ricorda, da un lato, la tensione delle cattedrali gotiche e, dall’altro, la forma delle montagne circostanti che si riducono via via fino alle cime innevate. Tali soluzioni di rastremazione trovano affascinanti esempi già realizzati sia nei grattacieli americani – basti pensare al famoso Crysler Building di NY- sia nei tetti rastremati degli edifici storici di Bolzano e delle Alpi.
Metafora della montagna
Con tale soluzione rastremata abbiamo voluto anche rimandare alla memoria delle bellissime montagne delle Alpi attorno. Le montagne nascono infatti da una base maggiore da cui si assottigliano attraverso i boschi fino alla cima innevata.
A questo scopo abbiamo definito il disegno e i materiali della facciata. Essa è tutta vetrata e rivestita di lunghi frangisole verticali molto fitti (con passo 30cm) per il contenimento energetico e per rientrare nei parametri di Casaclima.
Il materiale di tali frangisole è previsto diverso in ognuno dei quattro volumi sovrapposti a gradoni per caratterizzarlo e per dare l’idea di una sovrapposizione degli strati della montagna. Nel primo a quota strada le lamelle sono previste realizzate in pietra, come le rocce della montagna, nel secondo in legno di larice, come gli alberi della montagna, nel terzo in acciaio inox a simboleggiare il freddo della neve, ed infine in vetro per ricordare il ghiaccio sulla cima della montagna.
Trasformazione dinamica
Oltre alla metafora, il cambiamento della pesantezza del materiale procedendo dal basso verso l’alto – dalla pesantezza della pietra alla base fino alla trasparenza ed alla leggerezza del vetro in cima – è finalizzato a percepire fisicamente un progressivo alleggerimento dell’edificio, non solo nella forma dei volumi, ma anche nella loro consistenza materica.
Tale cambiamento dei materiali porta ad enfatizzare la tensione dell’edificio verso l’alto. Guardandolo dal basso verso l’alto, la sede della Provincia sembrerà sfumare da una base pesante verso una cima trasparente e immateriale.
Questa percezione fisica dei materiali darà al progetto un’affascinante dinamismo materico che renderà il progetto unico nel suo genere e di grande fascino.
A questo scopo anche le funzioni sono state distribuite seguendo l’andamento dei volumi e dei materiali.