Torre Allianz Milano
Progetto
TORRE ALLIANZ
Località
Milano
programma
Grattacielo per uffici
cliente
Citylife s.r.l.
concorso
2004
design
2005-2011
fine lavori
2015
progetto
Arata Isozaki, Andrea Maffei
design team
Pietro Bertozzi, Takeshi Miura, Alessandra De Stefani, Chiara Zandri, Davide Cazzaniga, Vincenzo Carapellese, Roberto Balduzzi, Francesca Chezzi, Takatoshi Oki, Stefano Bergagna, Giuliano Godoli, Christophe Colombo, Paolo Evolvi, Elisabetta Borgiotti, Adolfo Berardozzi, Sofia Bedinsky, Atsuko Suzuki, Antonietta Bavaro, Carlotta Maranesi, Higaki Seisuke, Hidenari Arai
strutture
Maurizio Teora (PD), Luca Buzzoni (PM) / Arup Italia s.r.l., Milano
facciate
Mikkel Kragh, Mauricio Cardenas, Matteo Orlandi, Maria Meizoso, Carlos Prada / Arup Italia s.r.l.
impianti
Gianfranco Ariatta, Roberto Menghini, Riccardo Lucchese, Andrea Ambrosi / Ariatta Ingegneria dei sistemi s.r.l., Milano
impianti antincendio
ing. Salvatore Mistretta, Milano
progetto trasporti verticali
Jappsen Ingenieure, Francoforte
cradle consultant
Jappsen Ingenieure, Francoforte
progetto illuminazione
LPA – Light Planners Associates, Tokyo
project management
Giorgio Montagna, Valentina Guagenti, Francesca Milani J&A, Milano|Alberto Ferrari, Pietro Baccarelli Ramboll, Londra
Superficie lorda costruita
81.615 mq.
SLP
42.070 mq.
Superficie lorda costruita parcheggi e interrati
44.485 mq.
altezza massima
242 m
materiali
cemento, vetro, acciaio
Progetto
TORRE ALLIANZ
Località
Milano
programma
Grattacielo per uffici
cliente
Citylife s.r.l.
concorso
2004
design
2005-2011
fine lavori
2015
progetto
Arata Isozaki, Andrea Maffei
design team
Pietro Bertozzi, Takeshi Miura, Alessandra De Stefani, Chiara Zandri, Davide Cazzaniga, Vincenzo Carapellese, Roberto Balduzzi, Francesca Chezzi, Takatoshi Oki, Stefano Bergagna, Giuliano Godoli, Christophe Colombo, Paolo Evolvi, Elisabetta Borgiotti, Adolfo Berardozzi, Sofia Bedinsky, Atsuko Suzuki, Antonietta Bavaro, Carlotta Maranesi, Higaki Seisuke, Hidenari Arai
strutture
Maurizio Teora (PD), Luca Buzzoni (PM) / Arup Italia s.r.l., Milano
facciate
Mikkel Kragh, Mauricio Cardenas, Matteo Orlandi, Maria Meizoso, Carlos Prada / Arup Italia s.r.l.
impianti
Gianfranco Ariatta, Roberto Menghini, Riccardo Lucchese, Andrea Ambrosi / Ariatta Ingegneria dei sistemi s.r.l., Milano
impianti antincendio
ing. Salvatore Mistretta, Milano
progetto trasporti verticali
Jappsen Ingenieure, Francoforte
cradle consultant
Jappsen Ingenieure, Francoforte
progetto illuminazione
LPA – Light Planners Associates, Tokyo
project management
Giorgio Montagna, Valentina Guagenti, Francesca Milani J&A, Milano|Alberto Ferrari, Pietro Baccarelli Ramboll, Londra
Superficie lorda costruita
81.615 mq.
SLP
42.070 mq.
Superficie lorda costruita parcheggi e interrati
44.485 mq.
altezza massima
242 m
materiali
cemento, vetro, acciaio
25/09/11 – Il Giornale – “Lo studio dove è nata la torre più alta che cambierà Milano”
04/12/11 – Corriere della Sera Domenica – La Lettura
20/02/12 – Il Sole 24 Ore – Generali compra grattacielo
25/09/11 – Il Giornale – “Lo studio dove è nata la torre più alta che cambierà Milano”
04/12/11 – Corriere della Sera Domenica – La Lettura
20/02/12 – Il Sole 24 Ore – Generali compra grattacielo
TORRE ALLIANZ
Milano è la città che meglio rappresenta il volto internazionale dell’Italia, paragonabile a Londra, Francoforte, Parigi. Al contrario di numerose città storiche italiane, Milano è più legata al suo sviluppo nell’Ottocento e nel Novecento, ovvero dopo la rivoluzione industriale. In tal senso progettare a Milano rappresentava confrontarsi con il volto più contemporaneo dell’Italia, fatto di fabbriche, metropolitane, cemento e acciaio e non tanto di particolari eredità storiche. Ne è prova il fatto che il movimento Futurista si sia sviluppato soprattutto a Milano, essendo un movimento nato per rispondere ai temi della città contemporanea. Non era quindi particolarmente importante il rapporto con grandi eccellenze già esistenti, ma piuttosto una riflessione sui temi della città contemporanea.
Per sviluppare il progetto abbiamo subito pensato che non era interessante affidare a un unico progettista il disegno dell’intero complesso. Vista la dimensione del lotto abbiamo preferito ambire a re-interpretare la complessità della città attraverso più progettisti che in contrasto tra loro riportassero la tensione di edifici con forme e materiali diversi. In una qualsiasi via di Milano troviamo sempre edifici di epoche diverse e con caratteristiche architettoniche diverse. Da ciò nasce la vivacità di una città, nella tensione dinamica tra opere di periodi successivi in un arcipelago di immagini e di colori.
Questa era la nostra ambizione, nella scelta di lavorare in gruppo.
Nel nostro arcipelago di forme, abbiamo trovato interessante sviluppare l’idea di un grattacielo senza fine, una sorta di endless tower. Ormai troviamo grattacieli di qualsiasi forma e decorazione in tutte le parti del mondo. Da ciò ci sembrava più affascinante studiare un concetto da applicare al grattacielo, rispetto al solo studio di una forma bella esteticamente.
Nell’aspirazione alla massima verticalità e alla tensione verso l’alto, risultava limitante scegliere una forma compiuta e conclusa ad una certa altezza ed abbiamo preferito applicare il concetto di un sistema modulare che si può ripetere all’infinito senza soluzione di continuità. Il modulo prescelto si compone di 6 piani per uffici, con una pianta molto stretta e allungata di 21×58 metri. La scelta di queste proporzioni è finalizzata ad uno snellimento del volume per accentuarne la verticalità e lo rende strutturalmente provocatorio vista la snellezza di una forma così alta.
La facciata del modulo è composta da una doppia pelle in vetro di forma appena bombata verso l’esterno. La successione verticale dei moduli bombati crea una leggera sensazione di vibrazione del volume dell’edificio mentre sale verso l’alto. I prospetti dei lati corti sono completamente vetrati e mostrano la macchinosità della serie di ascensori panoramici che salgono e scendono ai vari piani dell’edificio.
L’idea di endless tower può essere paragonata alle precedenti ambizioni di altri artisti, come Constantin Brancusi per esempio, che nel 1937-38 ha installato una sua endless column nel parco di Targu-Jiu per creare sistemi ripetibili all’infinito. Alla domanda sulle ragioni di tale idea, Brancusi rispondeva: “Serve per sostenere le volte del paradiso”
TORRE ALLIANZ
Milano è la città che meglio rappresenta il volto internazionale dell’Italia, paragonabile a Londra, Francoforte, Parigi. Al contrario di numerose città storiche italiane, Milano è più legata al suo sviluppo nell’Ottocento e nel Novecento, ovvero dopo la rivoluzione industriale. In tal senso progettare a Milano rappresentava confrontarsi con il volto più contemporaneo dell’Italia, fatto di fabbriche, metropolitane, cemento e acciaio e non tanto di particolari eredità storiche. Ne è prova il fatto che il movimento Futurista si sia sviluppato soprattutto a Milano, essendo un movimento nato per rispondere ai temi della città contemporanea. Non era quindi particolarmente importante il rapporto con grandi eccellenze già esistenti, ma piuttosto una riflessione sui temi della città contemporanea.
Per sviluppare il progetto abbiamo subito pensato che non era interessante affidare a un unico progettista il disegno dell’intero complesso. Vista la dimensione del lotto abbiamo preferito ambire a re-interpretare la complessità della città attraverso più progettisti che in contrasto tra loro riportassero la tensione di edifici con forme e materiali diversi. In una qualsiasi via di Milano troviamo sempre edifici di epoche diverse e con caratteristiche architettoniche diverse. Da ciò nasce la vivacità di una città, nella tensione dinamica tra opere di periodi successivi in un arcipelago di immagini e di colori.
Questa era la nostra ambizione, nella scelta di lavorare in gruppo.
Nel nostro arcipelago di forme, abbiamo trovato interessante sviluppare l’idea di un grattacielo senza fine, una sorta di endless tower. Ormai troviamo grattacieli di qualsiasi forma e decorazione in tutte le parti del mondo. Da ciò ci sembrava più affascinante studiare un concetto da applicare al grattacielo, rispetto al solo studio di una forma bella esteticamente.
Nell’aspirazione alla massima verticalità e alla tensione verso l’alto, risultava limitante scegliere una forma compiuta e conclusa ad una certa altezza ed abbiamo preferito applicare il concetto di un sistema modulare che si può ripetere all’infinito senza soluzione di continuità. Il modulo prescelto si compone di 6 piani per uffici, con una pianta molto stretta e allungata di 21×58 metri. La scelta di queste proporzioni è finalizzata ad uno snellimento del volume per accentuarne la verticalità e lo rende strutturalmente provocatorio vista la snellezza di una forma così alta.
La facciata del modulo è composta da una doppia pelle in vetro di forma appena bombata verso l’esterno. La successione verticale dei moduli bombati crea una leggera sensazione di vibrazione del volume dell’edificio mentre sale verso l’alto. I prospetti dei lati corti sono completamente vetrati e mostrano la macchinosità della serie di ascensori panoramici che salgono e scendono ai vari piani dell’edificio.
L’idea di endless tower può essere paragonata alle precedenti ambizioni di altri artisti, come Constantin Brancusi per esempio, che nel 1937-38 ha installato una sua endless column nel parco di Targu-Jiu per creare sistemi ripetibili all’infinito. Alla domanda sulle ragioni di tale idea, Brancusi rispondeva: “Serve per sostenere le volte del paradiso”