SEDE ALLIANZ TRIESTE
località
Trieste, Italia
programma
edificio per uffici
cliente
Allianz Spa
date concorso
Maggio 2014 – Luglio 2014
progetto
Andrea Maffei
design team
Stefano Bergagna, Giuliano Godoli, Giorgio Ramponi, Davide Cazzaniga / Andrea Maffei Architects s.r.l. Milano
project manager
Drees & Sommer
progetto impianti
Deerns
progetto strutture
Milan Ingegneria
progetto antincendio
GAE Engineering
render
Angelo Ferretti
dimensioni
superficie area
18.000 mq
superficie edificio
40.000 mq
numero dipendenti
1700 dipendenti
altezza massima edificio
34 m
altezza doppia pelle vetrata
24.30 m
materiali
cemento armato, acciaio, vetro
località
Trieste, Italia
programma
edificio per uffici
cliente
Allianz Spa
date concorso
Maggio 2014 – Luglio 2014
progetto
Andrea Maffei
design team
Stefano Bergagna, Giuliano Godoli, Giorgio Ramponi, Davide Cazzaniga / Andrea Maffei Architects s.r.l. Milano
project manager
Drees & Sommer
progetto impianti
Deerns
progetto strutture
Milan Ingegneria
progetto antincendio
GAE Engineering
render
Angelo Ferretti
dimensioni
superficie area
18.000 mq
superficie edificio
40.000 mq
numero dipendenti
1700 dipendenti
altezza massima edificio
34 m
altezza doppia pelle vetrata
24.30 m
materiali
cemento armato, acciaio, vetro
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Nuova sede Allianz Trieste – Concorso a Inviti
1. INTRODUZIONE
Il tema progettuale verte sulla riqualificazione della storica sede Allianz sita in Trieste, in Largo Ugo Irneri 1, edificio edificato a cavallo tra gli anni ‘80 e ‘90 da parte dello studio di architettura Celli e Tognon.
L’edificio nacque come sede della Lloyd Adriatico, storica compagnia assicurativa fondata nel 1936 proprio da Ugo Irneri, figura carismatica a cui la città di Trieste è molto riconoscente, il quale riuscì ad emergere nel panorama assicurativo prima cittadino, dove primeggiavano innanzitutto Generali e Ras, poi italiano, divenendo un punto di riferimento di rilievo.
La presidenza della compagnia passò successivamente al figlio Giorgio, anch’egli nome illustre nel panorama assicurativo italiano, il quale portò avanti il progetto della nuova sede triestina, affacciata sul nuovo porto cittadino, che venne inaugurata nel 1987.
Nel 1995 Lloyd Adriatico entrò a far parte della gruppo Allianz, un colosso europeo dell’ambito assicurativo, potendo così allargare i propri confini anche fuori dal confine italiano, diventando ufficialmente nel 2007 Allianz Lloyd Adriatico.
Questo piccolo capitolo introduttivo tenta di riassumente in poche righe quasi 80 anni di storia della città di Trieste, da sempre molto legata alle proprie tradizioni ed alle proprie figure storiche, motivo per cui l’approccio al tema progettuale non poteva che essere valutato con attenzione e rispetto nei confronti della storia della città e dei suoi abitanti.
Il complesso di Largo Irneri è composto principalmente da 3 edifici distinti, di cui si possono individuare l’edificio principale, denominato “edificio H”, e due edifici di dimensioni minori denominati edifici A e B.
Il complesso si trova in un’area strategica per la città, esattamente nella IV circoscrizione, quella di Città Nuova/Barriera Nuova/San Vito/Città Vecchia, vale a dire nelle immediate vicinanze del centro cittadino ed in adiacenza a quello che nel 2013 è risultato essere il principale porto per volume di merce scambiata in tutta Italia, e che insieme all’attività assicurativa, risulta essere per la città una delle attività economiche più redditizie e tradizionalmente insediate.
Allo stesso modo la sede si trova a pochi minuti dalla stazione ferroviaria di Trieste, che facilita le interconnessioni sia sul territorio italiano, che su quello europeo, grazie alla Ferrovia Meridionale, che collega la città a Vienna e Lubiana, e alla Ferrovia Transalpina, che rende raggiungibile la Repubblica Ceca.
Tutti gli edifici trovano i propri prospetti principali esposti verso SUD/OVEST – NORD/EST, il terreno, in direzione NORD/EST sale improvvisamente di quota, ma l’edificio si trova poggiato su di una “piastra” di servizi, che permette ai 3 edifici di trovare i piani terra sostanzialmente alle stesse quote.
1.1. EDIFICIO H – STATO ATTUALE
L’Edificio H esternamente si propone come un imponente complesso di stile post-moderno, esteriormente ed internamente basato su di una simmetria centrale, che si genera dall’ingresso principale, posto sul lato lungo dell’edificio H, sul versante esposto a Sud/Ovest. Questo fronte principale può essere descritto nelle sue porzioni principali, vale a dire quella centrale che corrisponde all’ingresso, e le due laterali che internamente ospitano le funzioni operative.
L’aspetto della porzione centrale dell’ingresso è caratterizzata esternamente da molteplici aperture vetrate di forme e dimensioni differenti, che origina un gioco di sovrapposizioni di diversi “layer” architettonici, che corrispondono poi ai diversi piani dell’edificio, che si concludono con un volume che reinterpreta in chiave post-moderna un timpano greco.
Le porzioni laterali dell’edificio sono anche in questo caso composte da un motivo di sovrapposizione di diversi strati, con aperture con tagli e forme differenti, ma in questo sono facilmente individuabili i piani più “tecnici”, e quindi con meno aperture verso l’esterno, che corrispondono con i primi due livelli che contengono principalmente spazi di archivio e spazi tecnici, i 3 piani che contengono gli uffici dei dipendenti, che risultano più aperti verso l’esterno essendo caratterizzati da un sistema curtain-wall con infissi apribili, posta dietro alla struttura principale dei pilastri in cemento armato con passo 480 cm e d il quinto piano che invece è caratterizzato da un motivo formale differente, con aperture di dimensioni minori di forma rettangolare.
Le porzioni di edificio appena descritte terminano alle estremità con dei volumi contenenti le scale di sicurezza, ed i servizi igienici, volumi caratterizzati da una forma planimetrica con una parete semicircolare e da finestrature di tipo “bow-window”.
L’edificio si conclude con un sesto piano che occupa la sola porzione centrale dell’Edificio H, che ospita gli uffici dirigenziali, e che risulta allineato, dal punto di vista formale, ai temi descritti per i livelli inferiori, vale a dire ad un eclettismo nella forma e nelle dimensioni delle aperture, e da una composizione volumetrica generata da forme geometriche elementari.
L’accesso al complesso edilizio avviene da un ingresso principale, posto lungo Largo Irneri, sul fronte principale dell’ Edificio H in un punto che risulta essere baricentrico sia da un punto di vista formale che per quanto riguarda gli aspetti funzionali diventando il fulcro distributivo dell’intera area, da cui si sviluppano radialmente tutte le funzioni e le attività.
L’area della hall di ingresso risulta posta ad una quota rialzata rispetto alla quota strada di circa 3 metri, raggiungibile attraverso una scalinata e due rampe carrabili. La hall è direttamente collegata ad un volume distributivo ottagonale, che planimetricamente appare come un grande vuoto centrale, e che contiene gli ascensori che portano direttamente ai piani dell’edificio.
Oltre al tema distributivo, sempre in posizione baricentrica è posta strategicamente la gran parte dei locali tecnici contenenti gli impianti meccanici ed idraulici.
L’ingresso avviene al piano terra dell’edificio mentre il piano inferiore risulta occupato da un parcheggio. Le due quote risultano collegate per mezzo di due rampe. Il primo piano ospita alcuni spazi uffici, che si affacciano su due corti interne piuttosto strette, e spazi di archiviazione documenti e microfilm, che sono posizionati più esternamente.
Il primo piano è occupato, come il piano terra, da alcune zone adibite ad uffici, che affacciano anche in questo caso sulle due corti strette e lunghe, e da una serie di locali tecnici, magazzini, archivi.
Il piano terra ed il primo piano compongono quella “piastra” tecnica di cui si è parlato in precedenza.
I veri e propri piani uffici iniziano dal secondo piano, gli spazi di lavoro, organizzati nella maggior parte dei casi secondo la filosofia degli uffici per dipendente singolo, si sviluppano nei 4 bracci dell’Edificio H, serviti da un corridoio centrale, scandito ritmicamente da una serie di doppi pilastri in cemento armato. Di conseguenza una parte degli uffici affaccia sull’esterno, rispettivamente verso il mare a Sud/Ovest e verso un pendio/terrapieno a Nord/Est, mentre una parte guarda verso le due ampie corti interne verdi, prive però di vegetazione e non fruibili da parte dei dipendenti in quanto non calpestabili.
Il secondo, il terzo ed il quarto piano risultano fondamentalmente molto simili sia planimetricamente che nel prospetto, mentre il quinto piano, appare distinto da questi. Anche qui troviamo sempre spazi destinati ad uso uffici, caratterizzati in questo caso da una tipologia di affaccio differente, sia verso l’esterno che verso le corti interne, composta da finestrature tradizionali anzichè da curtain wall.
Il sesto piano dell’Edificio H risulta occupato dagli spazi riservati alla dirigenza, con aree ufficio più ampie, la sala riunione del consiglio di amministrazione, la sala riunione del presidente e dell’amministratore delegato, nonchè uno spazio buffet/catering, ed una pinacoteca, che espone opere della collezione Lloyd Adriatico, e che si sviluppa principalmente negli spazi comuni, andando però ad abbellire con i suoi oggetti anche gli uffici e le sale riunioni.
1.1. EDIFICI A e B – STATO ATTUALE
Gli edifici A e B si trovano a Nord rispetto all’edificio H, e risultano in pianta due “edifici a L” speculari. L’accesso a questi edifici avviene attraverso una strada su cui si affaccia il fronte Nord/Est dell’edificio H ed i fronti principali degli edifici A e B. Questa strada attualmente è utilizzata come strada di servizio, per il carico/scarico delle merci. Anche nel caso di questi due edifici il piano interrato è adibito a parcheggi, a locali tecnici e di servizio come spogliatoi, depositi archivi ecc.
Al piano terra, nell’edificio A troviamo innanzitutto l’Auditorium Giorgio Irneri, che può ospitare fino a 190 persone. Questo risulta disposto su 9 gradonate, e l’accesso principale avviene dalla quota più alta. Internamente le finiture vedono delle pareti parzialmente ricoperte da pannelli lignei fonoassorbenti, un soffitto con travi in legno lamellare a vista, un volume sopra il palchetto dei relatori realizzato in cartongesso contenente l’illuminazione, e pavimentazione in moquette blu.
E’ presente un locale regia così come un locale traduttori che oggigiorno non risulta utilizzato. Il locale regia è collegato all’auditorium da un accesso posto nella zona del palco, che funge anche da seconda uscita di sicurezza per la sala. Sempre da questo accesso si può raggiungere lo spazio di deposito.
Sempre al piano terra si trova la mensa che attualmente risulta sottodimensionata rispetto alle necessità. Anche gli spazi della cucina e della preparazione cibi risultano molto ridotti rispetto alle reali esigenze. Attualmente le vie di fuga da questo locale portano ad una piccola corte interna.
L’edificio A ospita anche l’asilo per i dipendenti, composto da alcune sale gioco, delle sale fasciatoio, una piccola cucina e gli spogliatoi.
Gli edifici A e B, che contano 5 piani fuori terra, per il resto sono occupati principalmente da aree ufficio, che rispettano le caratteristiche delle zone corrispettive individuate precedentemente nell’edificio H, nonostante siano presenti casi di uffici per 6 o 8 dipendenti.
2. APPROCCIO METODOLOGICO/PROGETTUALE
2.1. CONCENTRAZIONE DI TUTTI GLI UFFICI ALLIANZ NELL’ EDIFICIO H
Uno dei passaggi fondamentali della fase progettuale ha interessato la riorganizzazione degli spazi di lavoro, secondo standard più moderni ed efficienti, incentrati su principi di condivisione degli spazi e sul concetto di aree open-space, che permettono una migliore interazione tra i dipendenti ed una migliore operatività.
Uno dei vantaggi che ha portato questa scelta è stato quello di un risparmio di superficie dedicata alle zone uffici, che di conseguenza si è potuta ridistribuire ed ottimizzare, fino a raggiungere l’obiettivo della concentrazione di tutta la superficie necessaria ad ospitare i circa 1650 impiegati nel solo edificio H, liberando gli edifici A e B da tutte le funzioni presenti al loro interno, mantenendo solo l’auditorium, che diventa un impianto capace di funzionare in autonomia.
La conseguenza di questa scelta è quella di poter gestire gli edifici A e B a piacimento con la possibilità di mettere a reddito i suddetti edifici, concentrando l’investimento economico principalmente sull’edificio H, che subirebbe una riqualificazione più corposa e completa.
2.2. FACCIATE A DOPPIA PELLE
Porsi nei confronti di una preesistenza urbana di tale importanza ed impatto non è mai semplice per svariati motivi. Innanzitutto per l’immagine che questo edificio ha acquisito nel corso del tempo nell’immaginario collettivo dei cittadini, che evidentemente individuano in questo imponente complesso un simbolo ed un riferimento, anche se esteticamente non più al passo con i tempi. In secondo luogo la complessità e l’articolazione di questa preesistenza, che risulta molto frammentata, con soluzioni molto differenti a seconda della destinazione d’uso degli spazi, con altezze differenti per i diversi corpi, non fanno che complicare ulteriormente il compito di donare una nuova immagine moderna e all’avanguardia, che sia oltretutto in grado di migliorare sensibilmente le prestazioni energetiche dell’intero edificio.
La prima sensazione che si ha osservando il fronte principale dell’edificio H è la molteplicità di aperture, di volumetrie, di aggetti e sporgenze che caratterizzano un prospetto che risulta molto articolato e complicato. Determinate soluzioni strutturali inoltre, rendono ancor più difficoltosa la possibilità di modificare radicalmente l’aspetto estetico dell’edificio, senza effettuare interventi molto invasivi e sicuramente dispendiosi.
L’intervento sull’esistente è stato indirizzato al raggiungimento di una maggior uniformità nelle dimensioni delle superfici vetrate delle aperture, che contribuiscono a donare all’edificio un aspetto più trasparente, meno pesante e chiuso. La sostituzione del curtain-wall esistente con una facciata continua più moderna e trasparente, con vetrate a doppia pelle a coprire tutta l’altezza netta dell’interpiano, e spandrel vetrato, porta innanzitutto a benefici di carattere energetico, poichè grazie ad elementi vetrati più performanti si riescono a garantire prestazioni migliori sotto tutti gli aspetti, ma anche ad un generale alleggerimento del prospetto principale.
Questa operazione di riqualificazione del fronte esistente interessa tutti i piani dell’edificio: I primi piani che risultavano i più chiusi, in quanto contenenti le funzioni relative agli archivi e ai locali deposito, ottengono nuove aperture a tutta altezza, conseguenti all’inserimento di nuove funzioni all’interno di questi locali.
Il secondo il terzo ed il quarto piano, come appena sottolineato beneficiano di una facciata continua più moderna e prestazionalmente migliore di quella esistente, in grado di cambiarne radicalmente l’aspetto.
Il quinto piano si uniforma alle dimensioni delle aperture presenti ai livelli inferiori, che vengono ricavate demolendo la porzione inferiore e superiore delle finestre esistenti, e sostituendone gli infissi. Oltre a questo le “edicole”, i timpani, le pensiline ed i pergolati esistenti sulla copertura del quinto piano vengono rimosse, per donare al fronte un aspetto più minimalista ed ordinato.
La porzione centrale del fronte è interessata, come gli altri casi, da un incremento delle superfici vetrate dei piani uffici sopra al nuovo ingresso, e da un’ uniformità della porzione sinistra del quinto piano con quella destra, volta a completare la simmetria del prospetto. Questa serie di interventi interessa anche le due corti interne ed il fronte Nord/Est, ed è volta ad aggiornare l’edificio esistente, rendendolo meno materico, più attuale e leggero, ma non stravolgendone il linguaggio, mantenendolo comunque identificabile e riconoscibile.
L’elemento che invece svolge il compito di dare all’edificio un aspetto completamente rinnovato è individuabile nella nuova doppia pelle vetrata che si pone davanti all’esistente, una facciata tecnologica in grado di garantire prestazioni energetiche all’avanguardia ed allo stesso tempo capace di fungere da vera e propria quinta architettonica, che non nasconde totalmente il passato, ma che lo impreziosisce rendendolo uno sfondo meno ingombrante, e che riflette sulla sua superficie l’immagine della città e del contesto.
Le facciate vetrate rivoluzionano i fronti Sud/Ovest e Nord/Est dell’edificio H, i due fronti principali, che si espongono alla città di Trieste, e che necessitano, soprattutto nel caso del prospetto Sud/Ovest, di prestazioni più performanti, a causa di un’esposizione diretta del sole. Questa facciata risulta composta da elementi vetrati con passo di 120 cm, che fanno riferimento al passo strutturale dell’edificio esistente alla quale si ancora, che risulta essere di 480 cm. Solamente in corrispondenza delle estremità – sia interne che esterne – il passo si modifica in egual misura rispetto alla maglia strutturale dell’edificio H.
L’altezza degli elementi vetrati dipende anche in questo caso dalle altezze dei diversi livelli esistenti, che vengono riproposte per consentirne il fissaggio. L’altezza totale della facciata vetrata raggiunge i 24 metri rispetto alla quota del piano terra, superando così la quota del quinto piano dei bracci dell’edificio H, ma senza sovrastare l’edificio, non diventando perciò un elemento di disturbo, bensì integrandosi e dialogando al meglio con la preesistenza.
Questa doppia pelle vetrata è posta ad una distanza di 0.9 metri rispetto al punto più sporgente del prospetto. Questa distanza è pensata in modo tale da poter essere coperta da passerelle grigliate per consentire un’ottimale manutenzione e pulizia.
Attraverso l’utilizzo di vetri selettivi a controllo solare, la doppia pelle vetrata contribuisce ad intercettare parzialmente la radiazione solare, prima che questa possa raggiungere la facciata esistente retrostante, riducendo di conseguenza gli apporti solari nel periodo di rinfrescamento dell’edificio al fine di ottimizzare le prestazioni energetiche, sono previsti tendaggi avvolgibili a rullo montati esternamente all’edificio esistente, che consentono la regolazione automatica dell’intensità della luce solare in ingresso, garantendo un ottimo comfort termico e visivo anche nelle situazioni limite.
Durante il periodo di rinfrescamento, e soprattutto nelle stagioni intermedie, la configurazione aperta dell’intercapedine consente di ventilare naturalmente gli ambienti interni, contribuendo al raggiungimento delle condizioni di benessere termico. La doppia pelle vetrata costituisce, di fatto, anche una barriera nei confronti delle elevate velocità del vento che possono verificarsi in prossimità della costa, riparando sia gli ambienti abitati che le schermature solari (tendaggi esterni) integrati nella cavità.
Durante il periodo di riscaldamento, invece, con configurazione chiusa della intercapedine, viene a crearsi un zona filtro con conseguente aumento degli apporti solari e riduzione delle dispersioni termiche verso l’esterno.
Sulla pelle interna è previsto l’utilizzo di vetrate extrachiare con coating basso-emessivo, al fine di contenere i consumi energetici ed allo stesso tempo massimizzare l’ingresso della radiazione solare nel periodo invernale (con tendaggi alzati).
Naturalmente oltre alla questione relativa al risparmio economico non è da tralasciare il fatto che una migliore efficienza energetica porta ad una radicale decurtazione delle emissioni nocive, rendendo finalmente un edificio nato in un’epoca nella quale il tema della sostenibilità ambientale non rappresentava certamente una grande preoccupazione, un moderno involucro funzionale e tecnologicamente ripensato per rispettare l’ambiente.
2.3. FACCIATE SCHERMANTI NELLE CORTI INTERNE
La soluzione adottata in facciata differisce da quanto perseguito nella facciata principale, poiché in questi casi l’obbiettivo era quello di dotare l’edificio di una serie di aree verdi finalmente fruibili e realmente di svago, elemento totalmente mancante allo stato attuale.
Il fatto stesso di essere prospetti affacciati su una corte, che godono di un maggior confort termico dato dalla proiezione delle ombre degli stessi edifici, ha consentito di poter utilizzare un sistema differente, che potesse oltre che contribuire alle performance energetiche, caratterizzare con un design unico ciascuna delle due corti, rendendole luoghi meno formali, di svago e di relax, finalmente usufruibili dai dipendenti.
Anche in questo caso si è scelto di realizzare delle nuove facciate che si sovrappongono all’edificio esistente, ma anziché prevedere una doppia pelle in vetro la scelta è ricaduta su un rivestimento composto da pannelli in lamiera zincata verniciata composti da porzioni “piene” e da lamelle frangisole a creare un disegno geometrico accattivante ed originale, in grado di rendere le due corti interne luoghi più colorati ed informali, che si distinguono dall’aspetto più moderno e sfuggente del nuovo fronte principale vetrato.
La scelta di questa soluzione semplice ma innovativa, è pensata per la piacevolezza degli spazi verdi: tali prospetti sono caratterizzati da schermature che seguono trame e disegni geometrici (pochi elementi standardizzati, di facile e veloce esecuzione ed assemblaggio) caratterizzati da un colore diverso per ciascuna corte, che creano dei punti catalizzatori all’interno del lotto e che aiutano a non sentirsi in un luogo anonimo o privo di ogni attrattiva. Il rivestimento in questione non è solo una mera decorazione o abbellimento dell’edificio fine a se stesso, ma è anzi una pelle attiva che oltre a caratterizzare l’edificio lo preserva da inutili sprechi energetici attraverso il controllo della radiazione solare.
L’obbiettivo di rendere finalmente sfruttabili le corti verdi è stato raggiunto mediante l’aggiunta di 45 cm di terra a quella esistente, così da poter raggiungere un livello tale per consentire la crescita ad alberi con medio fusto, che andranno a vivacizzare le zone verdi.
Il motivo delle facciate prosegue all’interno della stretta corte che si trova tra il piano terra ed il primo piano, con i pannelli che fungono anche da parapetto per i giardini.
Le facciate interne appena descritte raggiungono un’altezza di 13,5 metri, e collaborano con le nuove facciate continue curtain-wall, essendo caratterizzate da fasce “vuote” poste ad altezza occhi, cioè prive di pannellature oscuranti, per permettere l’affaccio esterno, e fasce “piene” che riducono l’irraggiamento solare.
2.4. FACCIATE VERDI PER GLI EDIFICI A e B
Gli edifici A e B, trovandosi in posizione più defilata rispetto all’edificio H, sono stati trattati diversamente da questo, con l’utilizzo di una terza soluzione di facciata che potesse come negli altri casi migliorare le prestazioni energetiche ma allo stesso tempo caratterizzarli con una nuova pelle.
2.5. MENSA/AREA CLIENT/PINACOTECA
Il nuovo progetto dell’atrio d’ingresso in fase di ultimazione prevede un collegamento per mezzo di una passerella all’ala Sud/Ovest dell’edificio, ala nella quale è stato scelto di prevedere le aree relative alla mensa, ora predisposta per 252 persone (compresi 32 posti VIP).
L’accesso avviene attraverso uno spazio di accoglienza, raggiungibile dai dipendenti soltanto dopo aver effettuato l’operazione di passaggio in uscita attraverso i tornelli, attrezzato con schermi piatti appesi a parete, così da dar vita ad una news area che diventa luogo d’incontro e di informazione allo stesso tempo.
Successivamente il percorso porta all’area distribuzione, organizzata per diverse isole relative a ciascuna portata, che, dopo il passaggio in cassa, giunge alla mensa vera e propria, che risulta organizzata ordinatamente con file di tavoli da 6 o da 8 occupanti.
La sala mensa si sviluppa su due livelli posti a quote differenti, la quota d’accesso che si trova a +16,30 m s.l.m. ed una quota rialzata di 170 cm, raggiungibile mediante una scalinata ed una piattaforma per disabili, che si affaccia sul giardino esterno, reso fruibile dai dipendenti. Qui infatti è organizzata un’area più informale e di relax, con vista sul mare, pensata non solo per i dipendenti, ma anche per ospiti e utenti esterni.
Le cucine della nuova mensa si sviluppano nella parte più interna del volume destinato alla mensa, risultano moderne e dimensionate correttamente secondo la normativa vigente. L’area carico scarico è prevista al piano garage, e la merce raggiunge le cucine mediante un montacarichi.
La mensa prevede anche una zona vip, posta al piano superiore, accessibile tramite un percorso riservato, e risulta servita dalla cucina principale grazie ad un piccolo portavivande che raggiunge una stanza per la preparazione cibi riservata al personale. Questo spazio risulta vetrato con vista sul giardino esterno e sul mare.
Posta in adiacenza alla zona vip, la zona Client è organizzata in modo da permettere ad eventuali ospiti ed utenti esterni di avere una postazione dalla quale poter lavorare, effettuare eventualmente delle riunioni, grazie a delle piccole sale riunione mobili, organizzare discorsi e materiali per meeting e riunioni, il tutto senza la necessità di dover accedere alla zona riservata ai dipendenti muniti di badge di riconoscimento. Le aree “phone booth” sono piccoli spazi mobili che permettono di effettuare telefonate con la massima riservatezza, nel totale rispetto degli altri utenti dell’area client.
L’area Client inoltre, essendo strategicamente posta nelle vicinanze del ristorante Vip, permette a questi di poter organizzare facilmente riunioni ed incontri di lavoro in questa area strategica. Anche in questo caso, grazie alle ampie vetrate, la vista può traguardare il giardino esterno ed il mare.
Sempre attraverso il nuovo atrio d’ingresso si è scelto di rendere accessibile l’ala Sud/Est dell’edificio, con una passerella speculare rispetto a quella prevista, così da poter organizzare in questi spazi la pinacoteca, che viene trasferita quindi dal sesto piano al piano terra, rendendola visitabile anche da scolaresche e da gruppi di studio senza che questi debbano passare attraverso i tornelli d’accesso per i dipendenti.
La pinacoteca è organizzata in una sala più grande rispetto a quella esistente, nella quale i numerosi pilastri risultano mascherati da pareti espositive. La collezione di opere d’arte potrebbe essere comunque esposta a rotazione, lasciando parte di queste al sesto piano. Gli spazi pinacoteca prevedono anche l’utilizzo del giardino esterno, che diventa un “Giardino delle sculture” affacciato sul mare, ideale per l’organizzazione di eventi esclusivi.
3. SCELTE DI INTERIOR DESIGN
3.1. UFFICI – PHONE BOOTH – TOUCH DOWN – SALE MEETING MOBILI
Le aree di lavoro predisposte nell’edificio H, come appena accennato, sono basate sul principio della condivisione dello spazio così da dar vita ad un edificio come organismo vivente, in cui si rafforza il senso di comunità, di interazione e comunicazione.
La pianificazione di tali funzioni oggigiorno si organizza secondo criteri differenti rispetto al passato, poiché si passa da uno schema tradizionale a uffici chiusi a una diversa articolazione dello spazio, che non solo sfrutta l’efficienza dell’open space, ma si arricchisce di tutta una serie di supporti (phone booths, sale meeting strutturate e informali, break area, touch down ecc.), flessibili e tematici, il cui obbiettivo è una maggior interazione e una migliore produttività della forza lavoro, che ha a disposizione spazi più funzionali e vivibili.
Gli spazi di lavoro, rispetto al layout precedente, prevedono l’utilizzo della superficie disponibile in modo più libero con differenti tipologie di ufficio che si susseguono secondo un passo di 150 cm, dando vita ad un alternanza di figure e di ruoli molto dinamica che migliora le relazioni interne, favorendo una distribuzione orizzontale. Lo spazio di lavoro integra il classico lavoro alla postazione con diversi livelli di riservatezza, condivisione e informalità in modo molto semplice e immediato, modulando in modo dinamico sia le esigenze di concentrazione individuale sia il lavoro di gruppo.
Oltre alle classiche sale meeting formali, è previsto l’allestimento di sale più informali, dei “gusci” in grado di ospitare all’occorrenza un piccolo tavolo riunione per organizzare meeting più veloci, che possono essere spostati o ritirati in magazzino quando non utilizzate. Anche questi accorgimenti contribuiscono alla realizzazione di un piano più configurabile, che rompe la rigidità passata per poter sfruttare al massimo le potenzialità date dagli ampi spazi a disposizione.
Gli spazi “Phone Booth” sono, come le sale riunione mobili, elementi d’arredo in grado di essere facilmente spostati o ritirati, che permettono di avere su ogni piano delle zone riservate dove poter effettuare telefonate, così da non distrarre o disturbare gli altri lavoratori.
Le zone individuate come “Touch Down”, sono zone di lavoro temporanee presenti su ciascun piano, in grado di fornire ad eventuali ospiti, la possibilità di avere uno spazio operativo prima di un meeting o per un periodo di tempo limitato.
Una particolarità del layout del piano uffici è la presenza di zone verdi all’interno di ogni piano, delle isole informali che affacciano sui giardini delle corti interne, e che permettono ai dipendenti di avere spazi aperti a pochi passi dalla propria postazione operativa.
Queste soluzioni non solo portano alla nascita di un ambito lavorativo più stimolante e moderno, ma consentono un notevole risparmio di spazio senza rinunciare alle reali necessità aziendali e dei dipendenti, operando una vera e propria ottimizzazione delle risorse disponibili. Il risultato è come già specificato, la possibilità di occupare interamente l’edificio H, escludendo uffici e funzioni operative dagli edifici A e B. Ciò che ne consegue non solo è un potenziale risparmio di superficie, ma anche un corposo risparmio energetico.
3.2. AUDITORIUM
L’auditorium Giorgio Irneri è stato oggetto di un restyling profondo, volto a donare un volto più moderno ad uno dei fulcri della comunità di questo complesso edilizio. L’accesso all’auditorium avviene da un ingresso differente rispetto a quello principale, dalla strada che si interpone tra gli edifici A/B e l’edificio H, il che lo rende utilizzabile in assoluta autonomia durante gli orari serali, o da altri possibili fruitori
Le sensazioni di calore e di accoglienza sono espresse grazie ai rivestimenti a tutta altezza delle pareti realizzati in pannelli di legno fonoassorbenti e fonoriflettenti con finitura a doghe orizzontali, dalla nuova pavimentazione sempre in legno, e dalle nuove sedute di colore rosso.
La peculiarità del nuovo auditorium è rintracciabile nel particolare disegno del controsoffitto, anch’esso rivestito in legno fonoriflettente, in cui delle “gole tecniche” contengono gli elementi d’illuminazione, diffusori acustici ed impianti di climatizzazione, così da garantire una pulizia formale, ed un ordine estetico all’interno della sala.
Il disegno parabolico di queste gole è l’elemento caratterizzante della sala, si genera a partire dalla zona del palco dei relatori, e va ad aprirsi gradualmente verso le ultime file di sedute. Questo motivo rende l’auditorium uno spazio dinamico di interazione tra relatore e pubblico.
3.3. MENSA
Anche nella mensa l’obbiettivo era quello di avere uno spazio di interazione che risultasse piacevole e rilassante, dove gli impiegati e gli ospiti potessero usufruire di ampi spazi interni ed anche di sbocchi esterni. Le scelte sono ricadute come nel caso dell’auditorium, sull’utilizzo di materiali caldi, come il legno delle pavimentazioni e del rivestimento delle pareti. L’illuminazione è incassata nel controsoffitto bianco, realizzato in materiale fonoassorbente per evitare di ottenere spiacevoli riverberazioni acustiche.
Gli ampi spazi dedicati alla zona mensa sono ispirati come tutto il progetto da principi di flessibilità, che consentono diverse configurazioni e disposizioni dei tavoli. Gli oggetti d’arredo come tavoli e sedie sono anche in questo caso in legno.
3.4. AREA CLIENT
L’area CD/Client risulta uno spazio funzionale ed estremamente riconfigurabile, sostanzialmente un grande open space utilizzabile da ospiti esterni, da consulenti, e da tutte quelle figure non impiegate all’interno della sede, ma che necessitano di aree attrezzate ed operative che permettano la possibilità di svolgere completamente l’attività lavorativa.
Le sale meeting mobili, pensate come degli involucri leggeri, facilmente spostabili, sono pensate per le riunioni più informali, che non necessitano di grandi sale conferenza, ma che comunque richiedono una certa privacy ed un collegamento alla rete aziendale. Anche i phone booths risultano dei piccoli elementi d’arredo leggeri, estremamente facili da riporre negli spazi magazzino in caso di necessìtà di utilizzo dell’area client per eventi o altre funzioni temporanee.
Nell’area Client sono state previste inoltre una serie di postazioni lavoro informali, su di un lungo tavolo dalla forma organica, diverse zone “Touch Down”, un bar ed un’area ricreativa pensata per dipendenti ed ospiti.
3.5. LA PINACOTECA
Abbiamo previsto di realizzare la Pinacoteca al piano terra dell’edificio H per renderla fruibile dal pubblico esterno. La collezione d’arte di Allianz potrà così diventare fruibile dalle scuole, da centri di ricerca e da visitatori di vario genere.
Questa soluzione consentirà di trasformare la Pinacoteca in uno strumento di promozione e di comunicazione di Allianz verso il pubblico anche per creare nuove occasioni di incontri e di eventi.
Gli spazi dedicati alla Pinacoteca sono studiati per ottenere un’ottima flessibilità d’uso per alternare le opere d’arte con facilità ed organizzare mostre tematiche.
La fitta maglia di pilastri è stata rivestita dai pannelli espositivi, che scandiscono un percorso e consentono, con le loro ampie superfici, di esporre un gran numero di opere d’arte. La collezione potrà comunque essere parzialmente mantenuta anche al sesto piano dell’edificio per la dirigenza.
La scelta di pavimenti in legno e di pareti bianche contribuisce a dar vita ad uno spazio neutro, per valorizzare innanzitutto le opere esposte ed i loro contenuti.
L’ illuminazione è composta da faretti a soffitto orientabili su binari al fine di posizionarli ed orientarli nel modo migliore per valorizzare al massimo i colori e le atmosfere delle opere d’arte.
La scelta strategica del posizionamento della pinacoteca al piano terra dell’edificio H, in posizione specchiata rispetto alle aree Mensa e Client, consenta di avere un piano terra più accessibile anche da persone non legate ad Allianz, ottenendo così un livello più vitale ed in grado di promuovere ancor di più il ruolo di Allianz nella città di Trieste e non solo.
Il valore delle opere esposte nella collezione, diventando finalmente di dominio pubblico, consentirà l’organizzazione di visite guidate ed eventi culturali in grado di rendere il piano terra dell’edificio H un livello vitale anche al di fuori dei canonici orari lavorativi.
La pinacoteca inoltre è stata studiata per usufruire anche degli spazi esterni, che, come nel caso della mensa, divengono fruibili da parte del pubblico, ed in grado di ospitare eventi e manifestazioni. L’area dello “sculpture garden”, potrà diventare, insieme al rinnovato auditorium, il vero fulcro culturale dell’intero complesso edilizio.
Nuova sede Allianz Trieste – Concorso a Inviti
1. INTRODUZIONE
Il tema progettuale verte sulla riqualificazione della storica sede Allianz sita in Trieste, in Largo Ugo Irneri 1, edificio edificato a cavallo tra gli anni ‘80 e ‘90 da parte dello studio di architettura Celli e Tognon.
L’edificio nacque come sede della Lloyd Adriatico, storica compagnia assicurativa fondata nel 1936 proprio da Ugo Irneri, figura carismatica a cui la città di Trieste è molto riconoscente, il quale riuscì ad emergere nel panorama assicurativo prima cittadino, dove primeggiavano innanzitutto Generali e Ras, poi italiano, divenendo un punto di riferimento di rilievo.
La presidenza della compagnia passò successivamente al figlio Giorgio, anch’egli nome illustre nel panorama assicurativo italiano, il quale portò avanti il progetto della nuova sede triestina, affacciata sul nuovo porto cittadino, che venne inaugurata nel 1987.
Nel 1995 Lloyd Adriatico entrò a far parte della gruppo Allianz, un colosso europeo dell’ambito assicurativo, potendo così allargare i propri confini anche fuori dal confine italiano, diventando ufficialmente nel 2007 Allianz Lloyd Adriatico.
Questo piccolo capitolo introduttivo tenta di riassumente in poche righe quasi 80 anni di storia della città di Trieste, da sempre molto legata alle proprie tradizioni ed alle proprie figure storiche, motivo per cui l’approccio al tema progettuale non poteva che essere valutato con attenzione e rispetto nei confronti della storia della città e dei suoi abitanti.
Il complesso di Largo Irneri è composto principalmente da 3 edifici distinti, di cui si possono individuare l’edificio principale, denominato “edificio H”, e due edifici di dimensioni minori denominati edifici A e B.
Il complesso si trova in un’area strategica per la città, esattamente nella IV circoscrizione, quella di Città Nuova/Barriera Nuova/San Vito/Città Vecchia, vale a dire nelle immediate vicinanze del centro cittadino ed in adiacenza a quello che nel 2013 è risultato essere il principale porto per volume di merce scambiata in tutta Italia, e che insieme all’attività assicurativa, risulta essere per la città una delle attività economiche più redditizie e tradizionalmente insediate.
Allo stesso modo la sede si trova a pochi minuti dalla stazione ferroviaria di Trieste, che facilita le interconnessioni sia sul territorio italiano, che su quello europeo, grazie alla Ferrovia Meridionale, che collega la città a Vienna e Lubiana, e alla Ferrovia Transalpina, che rende raggiungibile la Repubblica Ceca.
Tutti gli edifici trovano i propri prospetti principali esposti verso SUD/OVEST – NORD/EST, il terreno, in direzione NORD/EST sale improvvisamente di quota, ma l’edificio si trova poggiato su di una “piastra” di servizi, che permette ai 3 edifici di trovare i piani terra sostanzialmente alle stesse quote.
1.1. EDIFICIO H – STATO ATTUALE
L’Edificio H esternamente si propone come un imponente complesso di stile post-moderno, esteriormente ed internamente basato su di una simmetria centrale, che si genera dall’ingresso principale, posto sul lato lungo dell’edificio H, sul versante esposto a Sud/Ovest. Questo fronte principale può essere descritto nelle sue porzioni principali, vale a dire quella centrale che corrisponde all’ingresso, e le due laterali che internamente ospitano le funzioni operative.
L’aspetto della porzione centrale dell’ingresso è caratterizzata esternamente da molteplici aperture vetrate di forme e dimensioni differenti, che origina un gioco di sovrapposizioni di diversi “layer” architettonici, che corrispondono poi ai diversi piani dell’edificio, che si concludono con un volume che reinterpreta in chiave post-moderna un timpano greco.
Le porzioni laterali dell’edificio sono anche in questo caso composte da un motivo di sovrapposizione di diversi strati, con aperture con tagli e forme differenti, ma in questo sono facilmente individuabili i piani più “tecnici”, e quindi con meno aperture verso l’esterno, che corrispondono con i primi due livelli che contengono principalmente spazi di archivio e spazi tecnici, i 3 piani che contengono gli uffici dei dipendenti, che risultano più aperti verso l’esterno essendo caratterizzati da un sistema curtain-wall con infissi apribili, posta dietro alla struttura principale dei pilastri in cemento armato con passo 480 cm e d il quinto piano che invece è caratterizzato da un motivo formale differente, con aperture di dimensioni minori di forma rettangolare.
Le porzioni di edificio appena descritte terminano alle estremità con dei volumi contenenti le scale di sicurezza, ed i servizi igienici, volumi caratterizzati da una forma planimetrica con una parete semicircolare e da finestrature di tipo “bow-window”.
L’edificio si conclude con un sesto piano che occupa la sola porzione centrale dell’Edificio H, che ospita gli uffici dirigenziali, e che risulta allineato, dal punto di vista formale, ai temi descritti per i livelli inferiori, vale a dire ad un eclettismo nella forma e nelle dimensioni delle aperture, e da una composizione volumetrica generata da forme geometriche elementari.
L’accesso al complesso edilizio avviene da un ingresso principale, posto lungo Largo Irneri, sul fronte principale dell’ Edificio H in un punto che risulta essere baricentrico sia da un punto di vista formale che per quanto riguarda gli aspetti funzionali diventando il fulcro distributivo dell’intera area, da cui si sviluppano radialmente tutte le funzioni e le attività.
L’area della hall di ingresso risulta posta ad una quota rialzata rispetto alla quota strada di circa 3 metri, raggiungibile attraverso una scalinata e due rampe carrabili. La hall è direttamente collegata ad un volume distributivo ottagonale, che planimetricamente appare come un grande vuoto centrale, e che contiene gli ascensori che portano direttamente ai piani dell’edificio.
Oltre al tema distributivo, sempre in posizione baricentrica è posta strategicamente la gran parte dei locali tecnici contenenti gli impianti meccanici ed idraulici.
L’ingresso avviene al piano terra dell’edificio mentre il piano inferiore risulta occupato da un parcheggio. Le due quote risultano collegate per mezzo di due rampe. Il primo piano ospita alcuni spazi uffici, che si affacciano su due corti interne piuttosto strette, e spazi di archiviazione documenti e microfilm, che sono posizionati più esternamente.
Il primo piano è occupato, come il piano terra, da alcune zone adibite ad uffici, che affacciano anche in questo caso sulle due corti strette e lunghe, e da una serie di locali tecnici, magazzini, archivi.
Il piano terra ed il primo piano compongono quella “piastra” tecnica di cui si è parlato in precedenza.
I veri e propri piani uffici iniziano dal secondo piano, gli spazi di lavoro, organizzati nella maggior parte dei casi secondo la filosofia degli uffici per dipendente singolo, si sviluppano nei 4 bracci dell’Edificio H, serviti da un corridoio centrale, scandito ritmicamente da una serie di doppi pilastri in cemento armato. Di conseguenza una parte degli uffici affaccia sull’esterno, rispettivamente verso il mare a Sud/Ovest e verso un pendio/terrapieno a Nord/Est, mentre una parte guarda verso le due ampie corti interne verdi, prive però di vegetazione e non fruibili da parte dei dipendenti in quanto non calpestabili.
Il secondo, il terzo ed il quarto piano risultano fondamentalmente molto simili sia planimetricamente che nel prospetto, mentre il quinto piano, appare distinto da questi. Anche qui troviamo sempre spazi destinati ad uso uffici, caratterizzati in questo caso da una tipologia di affaccio differente, sia verso l’esterno che verso le corti interne, composta da finestrature tradizionali anzichè da curtain wall.
Il sesto piano dell’Edificio H risulta occupato dagli spazi riservati alla dirigenza, con aree ufficio più ampie, la sala riunione del consiglio di amministrazione, la sala riunione del presidente e dell’amministratore delegato, nonchè uno spazio buffet/catering, ed una pinacoteca, che espone opere della collezione Lloyd Adriatico, e che si sviluppa principalmente negli spazi comuni, andando però ad abbellire con i suoi oggetti anche gli uffici e le sale riunioni.
1.1. EDIFICI A e B – STATO ATTUALE
Gli edifici A e B si trovano a Nord rispetto all’edificio H, e risultano in pianta due “edifici a L” speculari. L’accesso a questi edifici avviene attraverso una strada su cui si affaccia il fronte Nord/Est dell’edificio H ed i fronti principali degli edifici A e B. Questa strada attualmente è utilizzata come strada di servizio, per il carico/scarico delle merci. Anche nel caso di questi due edifici il piano interrato è adibito a parcheggi, a locali tecnici e di servizio come spogliatoi, depositi archivi ecc.
Al piano terra, nell’edificio A troviamo innanzitutto l’Auditorium Giorgio Irneri, che può ospitare fino a 190 persone. Questo risulta disposto su 9 gradonate, e l’accesso principale avviene dalla quota più alta. Internamente le finiture vedono delle pareti parzialmente ricoperte da pannelli lignei fonoassorbenti, un soffitto con travi in legno lamellare a vista, un volume sopra il palchetto dei relatori realizzato in cartongesso contenente l’illuminazione, e pavimentazione in moquette blu.
E’ presente un locale regia così come un locale traduttori che oggigiorno non risulta utilizzato. Il locale regia è collegato all’auditorium da un accesso posto nella zona del palco, che funge anche da seconda uscita di sicurezza per la sala. Sempre da questo accesso si può raggiungere lo spazio di deposito.
Sempre al piano terra si trova la mensa che attualmente risulta sottodimensionata rispetto alle necessità. Anche gli spazi della cucina e della preparazione cibi risultano molto ridotti rispetto alle reali esigenze. Attualmente le vie di fuga da questo locale portano ad una piccola corte interna.
L’edificio A ospita anche l’asilo per i dipendenti, composto da alcune sale gioco, delle sale fasciatoio, una piccola cucina e gli spogliatoi.
Gli edifici A e B, che contano 5 piani fuori terra, per il resto sono occupati principalmente da aree ufficio, che rispettano le caratteristiche delle zone corrispettive individuate precedentemente nell’edificio H, nonostante siano presenti casi di uffici per 6 o 8 dipendenti.
2. APPROCCIO METODOLOGICO/PROGETTUALE
2.1. CONCENTRAZIONE DI TUTTI GLI UFFICI ALLIANZ NELL’ EDIFICIO H
Uno dei passaggi fondamentali della fase progettuale ha interessato la riorganizzazione degli spazi di lavoro, secondo standard più moderni ed efficienti, incentrati su principi di condivisione degli spazi e sul concetto di aree open-space, che permettono una migliore interazione tra i dipendenti ed una migliore operatività.
Uno dei vantaggi che ha portato questa scelta è stato quello di un risparmio di superficie dedicata alle zone uffici, che di conseguenza si è potuta ridistribuire ed ottimizzare, fino a raggiungere l’obiettivo della concentrazione di tutta la superficie necessaria ad ospitare i circa 1650 impiegati nel solo edificio H, liberando gli edifici A e B da tutte le funzioni presenti al loro interno, mantenendo solo l’auditorium, che diventa un impianto capace di funzionare in autonomia.
La conseguenza di questa scelta è quella di poter gestire gli edifici A e B a piacimento con la possibilità di mettere a reddito i suddetti edifici, concentrando l’investimento economico principalmente sull’edificio H, che subirebbe una riqualificazione più corposa e completa.
2.2. FACCIATE A DOPPIA PELLE
Porsi nei confronti di una preesistenza urbana di tale importanza ed impatto non è mai semplice per svariati motivi. Innanzitutto per l’immagine che questo edificio ha acquisito nel corso del tempo nell’immaginario collettivo dei cittadini, che evidentemente individuano in questo imponente complesso un simbolo ed un riferimento, anche se esteticamente non più al passo con i tempi. In secondo luogo la complessità e l’articolazione di questa preesistenza, che risulta molto frammentata, con soluzioni molto differenti a seconda della destinazione d’uso degli spazi, con altezze differenti per i diversi corpi, non fanno che complicare ulteriormente il compito di donare una nuova immagine moderna e all’avanguardia, che sia oltretutto in grado di migliorare sensibilmente le prestazioni energetiche dell’intero edificio.
La prima sensazione che si ha osservando il fronte principale dell’edificio H è la molteplicità di aperture, di volumetrie, di aggetti e sporgenze che caratterizzano un prospetto che risulta molto articolato e complicato. Determinate soluzioni strutturali inoltre, rendono ancor più difficoltosa la possibilità di modificare radicalmente l’aspetto estetico dell’edificio, senza effettuare interventi molto invasivi e sicuramente dispendiosi.
L’intervento sull’esistente è stato indirizzato al raggiungimento di una maggior uniformità nelle dimensioni delle superfici vetrate delle aperture, che contribuiscono a donare all’edificio un aspetto più trasparente, meno pesante e chiuso. La sostituzione del curtain-wall esistente con una facciata continua più moderna e trasparente, con vetrate a doppia pelle a coprire tutta l’altezza netta dell’interpiano, e spandrel vetrato, porta innanzitutto a benefici di carattere energetico, poichè grazie ad elementi vetrati più performanti si riescono a garantire prestazioni migliori sotto tutti gli aspetti, ma anche ad un generale alleggerimento del prospetto principale.
Questa operazione di riqualificazione del fronte esistente interessa tutti i piani dell’edificio: I primi piani che risultavano i più chiusi, in quanto contenenti le funzioni relative agli archivi e ai locali deposito, ottengono nuove aperture a tutta altezza, conseguenti all’inserimento di nuove funzioni all’interno di questi locali.
Il secondo il terzo ed il quarto piano, come appena sottolineato beneficiano di una facciata continua più moderna e prestazionalmente migliore di quella esistente, in grado di cambiarne radicalmente l’aspetto.
Il quinto piano si uniforma alle dimensioni delle aperture presenti ai livelli inferiori, che vengono ricavate demolendo la porzione inferiore e superiore delle finestre esistenti, e sostituendone gli infissi. Oltre a questo le “edicole”, i timpani, le pensiline ed i pergolati esistenti sulla copertura del quinto piano vengono rimosse, per donare al fronte un aspetto più minimalista ed ordinato.
La porzione centrale del fronte è interessata, come gli altri casi, da un incremento delle superfici vetrate dei piani uffici sopra al nuovo ingresso, e da un’ uniformità della porzione sinistra del quinto piano con quella destra, volta a completare la simmetria del prospetto. Questa serie di interventi interessa anche le due corti interne ed il fronte Nord/Est, ed è volta ad aggiornare l’edificio esistente, rendendolo meno materico, più attuale e leggero, ma non stravolgendone il linguaggio, mantenendolo comunque identificabile e riconoscibile.
L’elemento che invece svolge il compito di dare all’edificio un aspetto completamente rinnovato è individuabile nella nuova doppia pelle vetrata che si pone davanti all’esistente, una facciata tecnologica in grado di garantire prestazioni energetiche all’avanguardia ed allo stesso tempo capace di fungere da vera e propria quinta architettonica, che non nasconde totalmente il passato, ma che lo impreziosisce rendendolo uno sfondo meno ingombrante, e che riflette sulla sua superficie l’immagine della città e del contesto.
Le facciate vetrate rivoluzionano i fronti Sud/Ovest e Nord/Est dell’edificio H, i due fronti principali, che si espongono alla città di Trieste, e che necessitano, soprattutto nel caso del prospetto Sud/Ovest, di prestazioni più performanti, a causa di un’esposizione diretta del sole. Questa facciata risulta composta da elementi vetrati con passo di 120 cm, che fanno riferimento al passo strutturale dell’edificio esistente alla quale si ancora, che risulta essere di 480 cm. Solamente in corrispondenza delle estremità – sia interne che esterne – il passo si modifica in egual misura rispetto alla maglia strutturale dell’edificio H.
L’altezza degli elementi vetrati dipende anche in questo caso dalle altezze dei diversi livelli esistenti, che vengono riproposte per consentirne il fissaggio. L’altezza totale della facciata vetrata raggiunge i 24 metri rispetto alla quota del piano terra, superando così la quota del quinto piano dei bracci dell’edificio H, ma senza sovrastare l’edificio, non diventando perciò un elemento di disturbo, bensì integrandosi e dialogando al meglio con la preesistenza.
Questa doppia pelle vetrata è posta ad una distanza di 0.9 metri rispetto al punto più sporgente del prospetto. Questa distanza è pensata in modo tale da poter essere coperta da passerelle grigliate per consentire un’ottimale manutenzione e pulizia.
Attraverso l’utilizzo di vetri selettivi a controllo solare, la doppia pelle vetrata contribuisce ad intercettare parzialmente la radiazione solare, prima che questa possa raggiungere la facciata esistente retrostante, riducendo di conseguenza gli apporti solari nel periodo di rinfrescamento dell’edificio al fine di ottimizzare le prestazioni energetiche, sono previsti tendaggi avvolgibili a rullo montati esternamente all’edificio esistente, che consentono la regolazione automatica dell’intensità della luce solare in ingresso, garantendo un ottimo comfort termico e visivo anche nelle situazioni limite.
Durante il periodo di rinfrescamento, e soprattutto nelle stagioni intermedie, la configurazione aperta dell’intercapedine consente di ventilare naturalmente gli ambienti interni, contribuendo al raggiungimento delle condizioni di benessere termico. La doppia pelle vetrata costituisce, di fatto, anche una barriera nei confronti delle elevate velocità del vento che possono verificarsi in prossimità della costa, riparando sia gli ambienti abitati che le schermature solari (tendaggi esterni) integrati nella cavità.
Durante il periodo di riscaldamento, invece, con configurazione chiusa della intercapedine, viene a crearsi un zona filtro con conseguente aumento degli apporti solari e riduzione delle dispersioni termiche verso l’esterno.
Sulla pelle interna è previsto l’utilizzo di vetrate extrachiare con coating basso-emessivo, al fine di contenere i consumi energetici ed allo stesso tempo massimizzare l’ingresso della radiazione solare nel periodo invernale (con tendaggi alzati).
Naturalmente oltre alla questione relativa al risparmio economico non è da tralasciare il fatto che una migliore efficienza energetica porta ad una radicale decurtazione delle emissioni nocive, rendendo finalmente un edificio nato in un’epoca nella quale il tema della sostenibilità ambientale non rappresentava certamente una grande preoccupazione, un moderno involucro funzionale e tecnologicamente ripensato per rispettare l’ambiente.
2.3. FACCIATE SCHERMANTI NELLE CORTI INTERNE
La soluzione adottata in facciata differisce da quanto perseguito nella facciata principale, poiché in questi casi l’obbiettivo era quello di dotare l’edificio di una serie di aree verdi finalmente fruibili e realmente di svago, elemento totalmente mancante allo stato attuale.
Il fatto stesso di essere prospetti affacciati su una corte, che godono di un maggior confort termico dato dalla proiezione delle ombre degli stessi edifici, ha consentito di poter utilizzare un sistema differente, che potesse oltre che contribuire alle performance energetiche, caratterizzare con un design unico ciascuna delle due corti, rendendole luoghi meno formali, di svago e di relax, finalmente usufruibili dai dipendenti.
Anche in questo caso si è scelto di realizzare delle nuove facciate che si sovrappongono all’edificio esistente, ma anziché prevedere una doppia pelle in vetro la scelta è ricaduta su un rivestimento composto da pannelli in lamiera zincata verniciata composti da porzioni “piene” e da lamelle frangisole a creare un disegno geometrico accattivante ed originale, in grado di rendere le due corti interne luoghi più colorati ed informali, che si distinguono dall’aspetto più moderno e sfuggente del nuovo fronte principale vetrato.
La scelta di questa soluzione semplice ma innovativa, è pensata per la piacevolezza degli spazi verdi: tali prospetti sono caratterizzati da schermature che seguono trame e disegni geometrici (pochi elementi standardizzati, di facile e veloce esecuzione ed assemblaggio) caratterizzati da un colore diverso per ciascuna corte, che creano dei punti catalizzatori all’interno del lotto e che aiutano a non sentirsi in un luogo anonimo o privo di ogni attrattiva. Il rivestimento in questione non è solo una mera decorazione o abbellimento dell’edificio fine a se stesso, ma è anzi una pelle attiva che oltre a caratterizzare l’edificio lo preserva da inutili sprechi energetici attraverso il controllo della radiazione solare.
L’obbiettivo di rendere finalmente sfruttabili le corti verdi è stato raggiunto mediante l’aggiunta di 45 cm di terra a quella esistente, così da poter raggiungere un livello tale per consentire la crescita ad alberi con medio fusto, che andranno a vivacizzare le zone verdi.
Il motivo delle facciate prosegue all’interno della stretta corte che si trova tra il piano terra ed il primo piano, con i pannelli che fungono anche da parapetto per i giardini.
Le facciate interne appena descritte raggiungono un’altezza di 13,5 metri, e collaborano con le nuove facciate continue curtain-wall, essendo caratterizzate da fasce “vuote” poste ad altezza occhi, cioè prive di pannellature oscuranti, per permettere l’affaccio esterno, e fasce “piene” che riducono l’irraggiamento solare.
2.4. FACCIATE VERDI PER GLI EDIFICI A e B
Gli edifici A e B, trovandosi in posizione più defilata rispetto all’edificio H, sono stati trattati diversamente da questo, con l’utilizzo di una terza soluzione di facciata che potesse come negli altri casi migliorare le prestazioni energetiche ma allo stesso tempo caratterizzarli con una nuova pelle.
2.5. MENSA/AREA CLIENT/PINACOTECA
Il nuovo progetto dell’atrio d’ingresso in fase di ultimazione prevede un collegamento per mezzo di una passerella all’ala Sud/Ovest dell’edificio, ala nella quale è stato scelto di prevedere le aree relative alla mensa, ora predisposta per 252 persone (compresi 32 posti VIP).
L’accesso avviene attraverso uno spazio di accoglienza, raggiungibile dai dipendenti soltanto dopo aver effettuato l’operazione di passaggio in uscita attraverso i tornelli, attrezzato con schermi piatti appesi a parete, così da dar vita ad una news area che diventa luogo d’incontro e di informazione allo stesso tempo.
Successivamente il percorso porta all’area distribuzione, organizzata per diverse isole relative a ciascuna portata, che, dopo il passaggio in cassa, giunge alla mensa vera e propria, che risulta organizzata ordinatamente con file di tavoli da 6 o da 8 occupanti.
La sala mensa si sviluppa su due livelli posti a quote differenti, la quota d’accesso che si trova a +16,30 m s.l.m. ed una quota rialzata di 170 cm, raggiungibile mediante una scalinata ed una piattaforma per disabili, che si affaccia sul giardino esterno, reso fruibile dai dipendenti. Qui infatti è organizzata un’area più informale e di relax, con vista sul mare, pensata non solo per i dipendenti, ma anche per ospiti e utenti esterni.
Le cucine della nuova mensa si sviluppano nella parte più interna del volume destinato alla mensa, risultano moderne e dimensionate correttamente secondo la normativa vigente. L’area carico scarico è prevista al piano garage, e la merce raggiunge le cucine mediante un montacarichi.
La mensa prevede anche una zona vip, posta al piano superiore, accessibile tramite un percorso riservato, e risulta servita dalla cucina principale grazie ad un piccolo portavivande che raggiunge una stanza per la preparazione cibi riservata al personale. Questo spazio risulta vetrato con vista sul giardino esterno e sul mare.
Posta in adiacenza alla zona vip, la zona Client è organizzata in modo da permettere ad eventuali ospiti ed utenti esterni di avere una postazione dalla quale poter lavorare, effettuare eventualmente delle riunioni, grazie a delle piccole sale riunione mobili, organizzare discorsi e materiali per meeting e riunioni, il tutto senza la necessità di dover accedere alla zona riservata ai dipendenti muniti di badge di riconoscimento. Le aree “phone booth” sono piccoli spazi mobili che permettono di effettuare telefonate con la massima riservatezza, nel totale rispetto degli altri utenti dell’area client.
L’area Client inoltre, essendo strategicamente posta nelle vicinanze del ristorante Vip, permette a questi di poter organizzare facilmente riunioni ed incontri di lavoro in questa area strategica. Anche in questo caso, grazie alle ampie vetrate, la vista può traguardare il giardino esterno ed il mare.
Sempre attraverso il nuovo atrio d’ingresso si è scelto di rendere accessibile l’ala Sud/Est dell’edificio, con una passerella speculare rispetto a quella prevista, così da poter organizzare in questi spazi la pinacoteca, che viene trasferita quindi dal sesto piano al piano terra, rendendola visitabile anche da scolaresche e da gruppi di studio senza che questi debbano passare attraverso i tornelli d’accesso per i dipendenti.
La pinacoteca è organizzata in una sala più grande rispetto a quella esistente, nella quale i numerosi pilastri risultano mascherati da pareti espositive. La collezione di opere d’arte potrebbe essere comunque esposta a rotazione, lasciando parte di queste al sesto piano. Gli spazi pinacoteca prevedono anche l’utilizzo del giardino esterno, che diventa un “Giardino delle sculture” affacciato sul mare, ideale per l’organizzazione di eventi esclusivi.
3. SCELTE DI INTERIOR DESIGN
3.1. UFFICI – PHONE BOOTH – TOUCH DOWN – SALE MEETING MOBILI
Le aree di lavoro predisposte nell’edificio H, come appena accennato, sono basate sul principio della condivisione dello spazio così da dar vita ad un edificio come organismo vivente, in cui si rafforza il senso di comunità, di interazione e comunicazione.
La pianificazione di tali funzioni oggigiorno si organizza secondo criteri differenti rispetto al passato, poiché si passa da uno schema tradizionale a uffici chiusi a una diversa articolazione dello spazio, che non solo sfrutta l’efficienza dell’open space, ma si arricchisce di tutta una serie di supporti (phone booths, sale meeting strutturate e informali, break area, touch down ecc.), flessibili e tematici, il cui obbiettivo è una maggior interazione e una migliore produttività della forza lavoro, che ha a disposizione spazi più funzionali e vivibili.
Gli spazi di lavoro, rispetto al layout precedente, prevedono l’utilizzo della superficie disponibile in modo più libero con differenti tipologie di ufficio che si susseguono secondo un passo di 150 cm, dando vita ad un alternanza di figure e di ruoli molto dinamica che migliora le relazioni interne, favorendo una distribuzione orizzontale. Lo spazio di lavoro integra il classico lavoro alla postazione con diversi livelli di riservatezza, condivisione e informalità in modo molto semplice e immediato, modulando in modo dinamico sia le esigenze di concentrazione individuale sia il lavoro di gruppo.
Oltre alle classiche sale meeting formali, è previsto l’allestimento di sale più informali, dei “gusci” in grado di ospitare all’occorrenza un piccolo tavolo riunione per organizzare meeting più veloci, che possono essere spostati o ritirati in magazzino quando non utilizzate. Anche questi accorgimenti contribuiscono alla realizzazione di un piano più configurabile, che rompe la rigidità passata per poter sfruttare al massimo le potenzialità date dagli ampi spazi a disposizione.
Gli spazi “Phone Booth” sono, come le sale riunione mobili, elementi d’arredo in grado di essere facilmente spostati o ritirati, che permettono di avere su ogni piano delle zone riservate dove poter effettuare telefonate, così da non distrarre o disturbare gli altri lavoratori.
Le zone individuate come “Touch Down”, sono zone di lavoro temporanee presenti su ciascun piano, in grado di fornire ad eventuali ospiti, la possibilità di avere uno spazio operativo prima di un meeting o per un periodo di tempo limitato.
Una particolarità del layout del piano uffici è la presenza di zone verdi all’interno di ogni piano, delle isole informali che affacciano sui giardini delle corti interne, e che permettono ai dipendenti di avere spazi aperti a pochi passi dalla propria postazione operativa.
Queste soluzioni non solo portano alla nascita di un ambito lavorativo più stimolante e moderno, ma consentono un notevole risparmio di spazio senza rinunciare alle reali necessità aziendali e dei dipendenti, operando una vera e propria ottimizzazione delle risorse disponibili. Il risultato è come già specificato, la possibilità di occupare interamente l’edificio H, escludendo uffici e funzioni operative dagli edifici A e B. Ciò che ne consegue non solo è un potenziale risparmio di superficie, ma anche un corposo risparmio energetico.
3.2. AUDITORIUM
L’auditorium Giorgio Irneri è stato oggetto di un restyling profondo, volto a donare un volto più moderno ad uno dei fulcri della comunità di questo complesso edilizio. L’accesso all’auditorium avviene da un ingresso differente rispetto a quello principale, dalla strada che si interpone tra gli edifici A/B e l’edificio H, il che lo rende utilizzabile in assoluta autonomia durante gli orari serali, o da altri possibili fruitori
Le sensazioni di calore e di accoglienza sono espresse grazie ai rivestimenti a tutta altezza delle pareti realizzati in pannelli di legno fonoassorbenti e fonoriflettenti con finitura a doghe orizzontali, dalla nuova pavimentazione sempre in legno, e dalle nuove sedute di colore rosso.
La peculiarità del nuovo auditorium è rintracciabile nel particolare disegno del controsoffitto, anch’esso rivestito in legno fonoriflettente, in cui delle “gole tecniche” contengono gli elementi d’illuminazione, diffusori acustici ed impianti di climatizzazione, così da garantire una pulizia formale, ed un ordine estetico all’interno della sala.
Il disegno parabolico di queste gole è l’elemento caratterizzante della sala, si genera a partire dalla zona del palco dei relatori, e va ad aprirsi gradualmente verso le ultime file di sedute. Questo motivo rende l’auditorium uno spazio dinamico di interazione tra relatore e pubblico.
3.3. MENSA
Anche nella mensa l’obbiettivo era quello di avere uno spazio di interazione che risultasse piacevole e rilassante, dove gli impiegati e gli ospiti potessero usufruire di ampi spazi interni ed anche di sbocchi esterni. Le scelte sono ricadute come nel caso dell’auditorium, sull’utilizzo di materiali caldi, come il legno delle pavimentazioni e del rivestimento delle pareti. L’illuminazione è incassata nel controsoffitto bianco, realizzato in materiale fonoassorbente per evitare di ottenere spiacevoli riverberazioni acustiche.
Gli ampi spazi dedicati alla zona mensa sono ispirati come tutto il progetto da principi di flessibilità, che consentono diverse configurazioni e disposizioni dei tavoli. Gli oggetti d’arredo come tavoli e sedie sono anche in questo caso in legno.
3.4. AREA CLIENT
L’area CD/Client risulta uno spazio funzionale ed estremamente riconfigurabile, sostanzialmente un grande open space utilizzabile da ospiti esterni, da consulenti, e da tutte quelle figure non impiegate all’interno della sede, ma che necessitano di aree attrezzate ed operative che permettano la possibilità di svolgere completamente l’attività lavorativa.
Le sale meeting mobili, pensate come degli involucri leggeri, facilmente spostabili, sono pensate per le riunioni più informali, che non necessitano di grandi sale conferenza, ma che comunque richiedono una certa privacy ed un collegamento alla rete aziendale. Anche i phone booths risultano dei piccoli elementi d’arredo leggeri, estremamente facili da riporre negli spazi magazzino in caso di necessìtà di utilizzo dell’area client per eventi o altre funzioni temporanee.
Nell’area Client sono state previste inoltre una serie di postazioni lavoro informali, su di un lungo tavolo dalla forma organica, diverse zone “Touch Down”, un bar ed un’area ricreativa pensata per dipendenti ed ospiti.
3.5. LA PINACOTECA
Abbiamo previsto di realizzare la Pinacoteca al piano terra dell’edificio H per renderla fruibile dal pubblico esterno. La collezione d’arte di Allianz potrà così diventare fruibile dalle scuole, da centri di ricerca e da visitatori di vario genere.
Questa soluzione consentirà di trasformare la Pinacoteca in uno strumento di promozione e di comunicazione di Allianz verso il pubblico anche per creare nuove occasioni di incontri e di eventi.
Gli spazi dedicati alla Pinacoteca sono studiati per ottenere un’ottima flessibilità d’uso per alternare le opere d’arte con facilità ed organizzare mostre tematiche.
La fitta maglia di pilastri è stata rivestita dai pannelli espositivi, che scandiscono un percorso e consentono, con le loro ampie superfici, di esporre un gran numero di opere d’arte. La collezione potrà comunque essere parzialmente mantenuta anche al sesto piano dell’edificio per la dirigenza.
La scelta di pavimenti in legno e di pareti bianche contribuisce a dar vita ad uno spazio neutro, per valorizzare innanzitutto le opere esposte ed i loro contenuti.
L’ illuminazione è composta da faretti a soffitto orientabili su binari al fine di posizionarli ed orientarli nel modo migliore per valorizzare al massimo i colori e le atmosfere delle opere d’arte.
La scelta strategica del posizionamento della pinacoteca al piano terra dell’edificio H, in posizione specchiata rispetto alle aree Mensa e Client, consenta di avere un piano terra più accessibile anche da persone non legate ad Allianz, ottenendo così un livello più vitale ed in grado di promuovere ancor di più il ruolo di Allianz nella città di Trieste e non solo.
Il valore delle opere esposte nella collezione, diventando finalmente di dominio pubblico, consentirà l’organizzazione di visite guidate ed eventi culturali in grado di rendere il piano terra dell’edificio H un livello vitale anche al di fuori dei canonici orari lavorativi.
La pinacoteca inoltre è stata studiata per usufruire anche degli spazi esterni, che, come nel caso della mensa, divengono fruibili da parte del pubblico, ed in grado di ospitare eventi e manifestazioni. L’area dello “sculpture garden”, potrà diventare, insieme al rinnovato auditorium, il vero fulcro culturale dell’intero complesso edilizio.