Nuovo oratorio di S.Maria Assunta
località
Reggiolo (RE), Italia
programma
concorso a inviti per complesso parrocchiale
cliente
Diocesi di Reggio Emilia – Guastalla
date concorso
Aprile 2016
progetto
Andrea Maffei
coordinamento
Andrea Maffei Architects
design team
Giuliano Godoli, Ilario Occhipinti, Oliver Forghieri/ Andrea Maffei Architects s.r.l. Milano
progetto strutturale
BMS Progetti
progetto impianti
BMS Progetti
dimensioni
area d’intervento
712 mq
superficie lorda costruita
435 mq
altezza massima
12 m
materiali
cemento, vetro, legno
località
Reggiolo (RE), Italia
programma
concorso a inviti per complesso parrocchiale
cliente
Diocesi di Reggio Emilia – Guastalla
date concorso
Aprile 2016
progetto
Andrea Maffei
coordinamento
Andrea Maffei Architects
design team
Giuliano Godoli, Ilario Occhipinti, Oliver Forghieri/ Andrea Maffei Architects s.r.l. Milano
progetto strutturale
BMS Progetti
progetto impianti
BMS Progetti
dimensioni
area d’intervento
712 mq
superficie lorda costruita
435 mq
altezza massima
12 m
materiali
cemento, vetro, legno
nessun link al momento
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nessuna pubblicazione al momento
nessuna pubblicazione al momento
Analizzando gli edifici del contesto è risultato subito che l’edificio sarebbe risultato fuori scala rispetto all’intorno. Per questa ragione la prima scelta strategica è stata quella di dividere il volume totale in due volumi distinti che sono stati assemblati ad L utilizzando un elemento vetrato leggero e poco percettibile come collegamento. L’area di progetto non affaccia su un fronte stradale e quindi le facciate dell’edificio non sono in diretta relazione con un il contesto e soprattutto non interagiscono direttamente con il paesaggio cittadino. Questo aspetto più unico che raro per una ricostruzione in un centro storico è stata oggetto di riflessione ed è stato deciso di cogliere l’occasione per dare a Reggiolo un oggetto che possa diventare il simbolo identitario di una città che rinasce dopo essere stata ferita, di una città che, con atteggiamento tipico emiliano, sfrutta le difficoltà per uscirne più forte di prima, lanciata verso il futuro. Per questo motivo si è scelto di identificare l’edificio con un linguaggio nei prospetti contemporaneo e utilizzando un materiale, il legno, che, sebbene sia utilizzato nelle costruzioni fin dai tempi più antichi e che perciò si sposa bene con le tipologie costruttive tradizionali, si sleghi completamente dal contesto e per questa ragione si elevi come simbolo della comunità. Inoltre è un materiale caldo che restituisce sensazioni piacevoli e che risulta quindi ottimo per simboleggiare la comunità.
Il materiale della facciata viene utilizzato anche nella copertura a falde inclinate senza nessun sporto di gronda (che viene incassata) per sottolineare i due volumi e mantenerli in questo modo il più possibile puliti andando a richiamare l’archetipo della casa. Nei volumi vengono aperte le bucature delle finestre che vengono sottolineate a armonizzate tramite la svasatura dei bordi andando a dare plasticità al prospetto in un linguaggio perfettamente contemporaneo.
Per la progettazione dell’area esterna è stata seguita la nozione di “distanza interessante” teorizzata da Solà Morales secondo la quale il rapporto tra gli edifici non è regolato da un parametro puramente dimensionale, ma da una scelta compositiva dove prevale il concetto di prossimità, i cui effetti non possono non avere implicazioni sugli aspetti sociali e relazionali dell’ambito. Quindi l’edificio è stato posizionato all’interno dell’area di progetto in modo tale da creare due piazzette distinte di dimensioni modeste permettendo così di creare spazi che risultano più adeguati ad accogliere una comunità socievole e, grazie alla loro intimità, che permettono il nascere spontaneo di nuove relazioni. Queste due piazze sono state sottolineate tramite il disegno della pavimentazione che attraverso un cambio di materiale rispetto al resto le sottolinea e le mette in comunicazione. Nel luogo dove le piazze si uniscono sono stati posti due simboli per la comunità cristiana: è stato svuotato l’angolo dell’edificio per andare a creare una nicchia che ospiti in modo adeguato la statuetta della Madonna che, così posizionata, va a simboleggiare la “pietra angolare” non solo dell’edificio stesso, ma dell’intera comunità, e dalla parte opposta è stato posizionato un ulivo il cui tronco è stato circondato con una panca in modo tale che possa diventare il nuovo punto di incontro e di scambio di relazioni, oltre a simboleggiare la pace e la prosperità.
Analizzando gli edifici del contesto è risultato subito che l’edificio sarebbe risultato fuori scala rispetto all’intorno. Per questa ragione la prima scelta strategica è stata quella di dividere il volume totale in due volumi distinti che sono stati assemblati ad L utilizzando un elemento vetrato leggero e poco percettibile come collegamento. L’area di progetto non affaccia su un fronte stradale e quindi le facciate dell’edificio non sono in diretta relazione con un il contesto e soprattutto non interagiscono direttamente con il paesaggio cittadino. Questo aspetto più unico che raro per una ricostruzione in un centro storico è stata oggetto di riflessione ed è stato deciso di cogliere l’occasione per dare a Reggiolo un oggetto che possa diventare il simbolo identitario di una città che rinasce dopo essere stata ferita, di una città che, con atteggiamento tipico emiliano, sfrutta le difficoltà per uscirne più forte di prima, lanciata verso il futuro. Per questo motivo si è scelto di identificare l’edificio con un linguaggio nei prospetti contemporaneo e utilizzando un materiale, il legno, che, sebbene sia utilizzato nelle costruzioni fin dai tempi più antichi e che perciò si sposa bene con le tipologie costruttive tradizionali, si sleghi completamente dal contesto e per questa ragione si elevi come simbolo della comunità. Inoltre è un materiale caldo che restituisce sensazioni piacevoli e che risulta quindi ottimo per simboleggiare la comunità.
Il materiale della facciata viene utilizzato anche nella copertura a falde inclinate senza nessun sporto di gronda (che viene incassata) per sottolineare i due volumi e mantenerli in questo modo il più possibile puliti andando a richiamare l’archetipo della casa. Nei volumi vengono aperte le bucature delle finestre che vengono sottolineate a armonizzate tramite la svasatura dei bordi andando a dare plasticità al prospetto in un linguaggio perfettamente contemporaneo.
Per la progettazione dell’area esterna è stata seguita la nozione di “distanza interessante” teorizzata da Solà Morales secondo la quale il rapporto tra gli edifici non è regolato da un parametro puramente dimensionale, ma da una scelta compositiva dove prevale il concetto di prossimità, i cui effetti non possono non avere implicazioni sugli aspetti sociali e relazionali dell’ambito. Quindi l’edificio è stato posizionato all’interno dell’area di progetto in modo tale da creare due piazzette distinte di dimensioni modeste permettendo così di creare spazi che risultano più adeguati ad accogliere una comunità socievole e, grazie alla loro intimità, che permettono il nascere spontaneo di nuove relazioni. Queste due piazze sono state sottolineate tramite il disegno della pavimentazione che attraverso un cambio di materiale rispetto al resto le sottolinea e le mette in comunicazione. Nel luogo dove le piazze si uniscono sono stati posti due simboli per la comunità cristiana: è stato svuotato l’angolo dell’edificio per andare a creare una nicchia che ospiti in modo adeguato la statuetta della Madonna che, così posizionata, va a simboleggiare la “pietra angolare” non solo dell’edificio stesso, ma dell’intera comunità, e dalla parte opposta è stato posizionato un ulivo il cui tronco è stato circondato con una panca in modo tale che possa diventare il nuovo punto di incontro e di scambio di relazioni, oltre a simboleggiare la pace e la prosperità.