COMPLESSO PAROCCHIALE “MARIA SS DEL ROSARIO” IN TERRASINI
località
Terrasini, Italia
programma
Complesso parocchiale
cliente
Arcidiocesi di Monreale
progetto
2020 – 2° premio – menzione speciale
superficie
987 mq
design team
Andrea Maffei, Francesca Montorio, Roberto Bolturi,Christophe Colombo / Andrea Maffei Architects
strutture
Ceas Milano
artista
Domenico Palladino
liturgista
Don Roberto Tagliaferri
materiali
cemento armato, acciaio, vetro
località
Terrasini, Italia
programma
Complesso parocchiale
cliente
Arcidiocesi di Monreale
progetto
2020 – 2° premio – menzione speciale
superficie
987 mq
design team
Andrea Maffei, Francesca Montorio, Roberto Bolturi,Christophe Colombo / Andrea Maffei Architects
strutture
Ceas Milano
artista
Domenico Palladino
liturgista
Don Roberto Tagliaferri
materiali
cemento armato, acciaio, vetro
www.bce.chiesacattolica.it
www.bce.chiesacattolica.it
www.bce.chiesacattolica.it/concorso_diocesano/diocesi-di-monreale-concorso-per-la-progettazione-del-nuovo-complesso-parrocchiale-a-terrasini-pa.it
www.bce.chiesacattolica.it/concorso_diocesano/diocesi-di-monreale-concorso-per-la-progettazione-del-nuovo-complesso-parrocchiale-a-terrasini-pa.it
COMPLESSO PAROCCHIALE “MARIA SS DEL ROSARIO” IN TERRASINI
Il progetto si inserisce in un contesto di antica formazione della cittadina ed è composto da una serie di isolati che si articolano seguendo una maglia regolare, un contesto principalmente di tipo residenziale, dove gli edifici sviluppano fino a raggiungere massimo 11 m; questo aspetto è risultato molto significativo nella progettazione della nuova chiesa in quanto il nuovo volume ha l’obiettivo di riuscire ad inserirsi in modo armonico all’interno del lotto, senza risultare invadente per gli edifici che vi sono accanto. La nuova chiesa, infatti, vuole integrarsi a pieno con il contesto urbano già definito, risultando un luogo accogliente per la comunità: per tale motivo si è scelto di conferirgli una forma a capanna, così da farla diventare un vero e proprio rifugio per i fedeli, rappresentando simbolicamente la “casa di Dio”. Questa forma consente al nuovo volume di dialogare con gli edifici circostanti in modo armonico, senza risultare opprimente, e al tempo stesso di risultare comunque riconoscibile grazie alle proprie geometrie semplici e pure; la purezza del volume è evidenziata anche dalla scelta di utilizzare il bianco come colore, sia per l’esterno che per l’interno. Si tratta di una sorta di casa che sorge fra le case, la casa di Dio e la casa del popolo di Dio, che diventa il luogo di ritrovo della comunità religiosa, simbolo di protezione ed accoglienza. L’ingresso all’edificio sacro è preceduto dal sagrato, che si pone come soglia prima di giungere al mondo divino; a questo spazio si può accedere grazie ad una grande scalinata da un lato o dal marciapiede esistente dall’altro. Prima di entrare nella chiesa vera e propria, c’è un loggiato che precede il portale di ingresso, leggermente innalzato rispetto al sagrato, per elevare la chiesa, e quindi il mondo spirituale, dal mondo umano e materiale. Nel sagrato è presente anche il campanile, elemento geometrico molto semplice, con in sommità tre campane, simbolo della presenza dell’edificio sacro; le campane sono un elemento che ricorda la chiesa esistente in quanto sono state recuperate dal vecchio campanile e reinserite all’interno di una struttura nuova. Le facciate dell’edificio sono realizzate in cemento armato intonacato di bianco e arricchite dalla presenza di elementi rettangolari in vetrocemento; questi consentono di portare luce all’interno della navata della chiesa. La facciata dei due prospetti lungo via Dante e via Matteotti cambia linguaggio nel punto in cui inizia il ministero pastorale: il cemento armato rimane, ma i rettangoli di vetrocemento si alternano a sei fasce vetrate scure per lato, a tutta altezza, che consentono di portare luce agli spazi interni. Prima di entrare all’interno della chiesa, vi è il sagrato: si tratta di uno spazio che funge da soglia e che precede l’ingresso all’interno della casa di Dio. E’ uno spazio che risolve semplicemente i vari dislivelli ed è caratterizzato dalla presenza di tre elementi: l’alto campanile, simbolo dell’edificio religioso, la scalinata che consente di superare il grande dislivello, di elevare la chiesa rispetto al mondo materiale e un piccolo spazio verde racchiuso all’interno di una vasca che, in corrispondenza del bordo, diviene seduta. La chiesa al suo interno ha lo stesso linguaggio semplice che si manifesta all’esterno: una navata unica, dipinta di bianco, dove si può apprezzare il tetto a capanna e dove tre tagli di luce in copertura portano all’interno dell’ambiente luce naturale proveniente dall’alto. Sul fondo, dietro l’altare, un grande mosaico oro riprende la forma del portale di ingresso. Esso si smaterializza passando dall’aria (portale vuoto di ingresso) alla terra (portale in legno) al fuoco (portale in oro dietro l’altare). Il progetto intende rispondere al criterio di “nobile semplicità” raccomandata dal Concilio e raccolta dalla Nota CEI sulle nuove chiese; pur allineandosi allo stile architettonico contemporaneo razionalistico, non cede alle dinamiche puramente funzionali dell’edificio sacro, ma attiva i diversi codici della performance liturgica, essendo esso stesso parte integrante della efficacia rituale.
La sua linearità quasi minimalista, che dà spazio alle molteplici celebrazioni liturgiche, non ostenta forme esuberanti, ma preferisce la sobrietà del dettaglio, sempre ricercata con cura e mai lasciata al caso o all’improvvisazione.
All’esterno si crea un piccolo spazio di accoglienza davanti alla chiesa, al quale si accede dal sagrato e rialzato rispetto a quest’ultimo che consente di creare un distacco fra l’edificio religioso e il mondo materiale; questo spazio ha anche significato iniziatico di soglia, per una decontaminazione dall’ordinario in vista dell’incontro con Cristo.
L’interno è ideato come cammino del Popolo di Dio verso l’eschaton, segnato sul pavimento da una sorta di sentiero, che accompagna fino all’altare, che rappresenta il centro del mondo, come prolessi di vita eterna, che si conclude nell’abside segnata dal ritratto della Madonna, a cui è dedicata la chiesa; in questo spazio, il battistero e la penitenzeria si collocano vicino al portone di ingresso e consentono di purificare l’anima, prima di giungere all’incontro con Dio.
L’opera d’arte principale è definita dalla raffigurazione della Madonna, a cui è dedicato l’intero complesso religioso: si tratta di una raffigurazione eseguita con la tecnica del mosaico, dalle dimensioni 100×70 e posta in posizione centrale, dietro l’altare in modo da essere ben visibile da tutta l’aula liturgica. Alcune delle opere, fra cui la Via Crucis, sono state recuperate dalla vecchia chiesa; quest’ultima è stata ricollocata lungo le pareti della nuova chiesa, sette stazioni da un lato e le restanti sette dall’altro, in modo che percorrendo la chiesa nella sua complessità il fedele possa ripercorrere le principali tappe della vita di Cristo, fino alla sua crocifissione. Vicino all’ingresso della chiesa troviamo da un lato la scultura lignea di San Giuseppe, recuperata dalla chiesa esistente, e dall’altro la nuova opera raffigurante San Pio da Pietrelcina, molto venerato dalla comunità locale; sono collocate all’inizio della chiesa, in modo che qualsiasi fedele possa entrare e rendere omaggio ai due Santi, senza disturbare la messa. In corrispondenza del presbiterio, sopraelevato rispetto all’aula liturgica, si trovano l’altare in pietra con a fianco la croce astile, l’ambone, il cero pasquale, la seduta del celebrante e le altre sedute per i celebranti e i lettori; il crocifisso è stato recuperato dalla chiesa esistente e collocato a lato del presbiterio, al di sopra del luogo della custodia eucaristica, così da conferire un elevato valore spirituale a questo spazio. Il fonte battesimale, posto all’ingresso, è collocato a fianco di una “vasca” dove poter svolgere il rito del battesimo per immersione ed è composto da una base squadrata in pietra, sulla quale poggia un grande piatto in ottone. Lungo i lati lunghi della chiesa sono state poste 12 piccole nuove croci in bronzo per il rito di celebrazione dell’altare. Gli altri quadri recuperati dalla chiesa esistente ed il bassorilievo sono, invece, stati collocati all’interno dei locali del ministero pastorale.
COMPLESSO PAROCCHIALE “MARIA SS DEL ROSARIO” IN TERRASINI
Il progetto si inserisce in un contesto di antica formazione della cittadina ed è composto da una serie di isolati che si articolano seguendo una maglia regolare, un contesto principalmente di tipo residenziale, dove gli edifici sviluppano fino a raggiungere massimo 11 m; questo aspetto è risultato molto significativo nella progettazione della nuova chiesa in quanto il nuovo volume ha l’obiettivo di riuscire ad inserirsi in modo armonico all’interno del lotto, senza risultare invadente per gli edifici che vi sono accanto. La nuova chiesa, infatti, vuole integrarsi a pieno con il contesto urbano già definito, risultando un luogo accogliente per la comunità: per tale motivo si è scelto di conferirgli una forma a capanna, così da farla diventare un vero e proprio rifugio per i fedeli, rappresentando simbolicamente la “casa di Dio”. Questa forma consente al nuovo volume di dialogare con gli edifici circostanti in modo armonico, senza risultare opprimente, e al tempo stesso di risultare comunque riconoscibile grazie alle proprie geometrie semplici e pure; la purezza del volume è evidenziata anche dalla scelta di utilizzare il bianco come colore, sia per l’esterno che per l’interno. Si tratta di una sorta di casa che sorge fra le case, la casa di Dio e la casa del popolo di Dio, che diventa il luogo di ritrovo della comunità religiosa, simbolo di protezione ed accoglienza. L’ingresso all’edificio sacro è preceduto dal sagrato, che si pone come soglia prima di giungere al mondo divino; a questo spazio si può accedere grazie ad una grande scalinata da un lato o dal marciapiede esistente dall’altro. Prima di entrare nella chiesa vera e propria, c’è un loggiato che precede il portale di ingresso, leggermente innalzato rispetto al sagrato, per elevare la chiesa, e quindi il mondo spirituale, dal mondo umano e materiale. Nel sagrato è presente anche il campanile, elemento geometrico molto semplice, con in sommità tre campane, simbolo della presenza dell’edificio sacro; le campane sono un elemento che ricorda la chiesa esistente in quanto sono state recuperate dal vecchio campanile e reinserite all’interno di una struttura nuova. Le facciate dell’edificio sono realizzate in cemento armato intonacato di bianco e arricchite dalla presenza di elementi rettangolari in vetrocemento; questi consentono di portare luce all’interno della navata della chiesa. La facciata dei due prospetti lungo via Dante e via Matteotti cambia linguaggio nel punto in cui inizia il ministero pastorale: il cemento armato rimane, ma i rettangoli di vetrocemento si alternano a sei fasce vetrate scure per lato, a tutta altezza, che consentono di portare luce agli spazi interni. Prima di entrare all’interno della chiesa, vi è il sagrato: si tratta di uno spazio che funge da soglia e che precede l’ingresso all’interno della casa di Dio. E’ uno spazio che risolve semplicemente i vari dislivelli ed è caratterizzato dalla presenza di tre elementi: l’alto campanile, simbolo dell’edificio religioso, la scalinata che consente di superare il grande dislivello, di elevare la chiesa rispetto al mondo materiale e un piccolo spazio verde racchiuso all’interno di una vasca che, in corrispondenza del bordo, diviene seduta. La chiesa al suo interno ha lo stesso linguaggio semplice che si manifesta all’esterno: una navata unica, dipinta di bianco, dove si può apprezzare il tetto a capanna e dove tre tagli di luce in copertura portano all’interno dell’ambiente luce naturale proveniente dall’alto. Sul fondo, dietro l’altare, un grande mosaico oro riprende la forma del portale di ingresso. Esso si smaterializza passando dall’aria (portale vuoto di ingresso) alla terra (portale in legno) al fuoco (portale in oro dietro l’altare). Il progetto intende rispondere al criterio di “nobile semplicità” raccomandata dal Concilio e raccolta dalla Nota CEI sulle nuove chiese; pur allineandosi allo stile architettonico contemporaneo razionalistico, non cede alle dinamiche puramente funzionali dell’edificio sacro, ma attiva i diversi codici della performance liturgica, essendo esso stesso parte integrante della efficacia rituale.
La sua linearità quasi minimalista, che dà spazio alle molteplici celebrazioni liturgiche, non ostenta forme esuberanti, ma preferisce la sobrietà del dettaglio, sempre ricercata con cura e mai lasciata al caso o all’improvvisazione.
All’esterno si crea un piccolo spazio di accoglienza davanti alla chiesa, al quale si accede dal sagrato e rialzato rispetto a quest’ultimo che consente di creare un distacco fra l’edificio religioso e il mondo materiale; questo spazio ha anche significato iniziatico di soglia, per una decontaminazione dall’ordinario in vista dell’incontro con Cristo.
L’interno è ideato come cammino del Popolo di Dio verso l’eschaton, segnato sul pavimento da una sorta di sentiero, che accompagna fino all’altare, che rappresenta il centro del mondo, come prolessi di vita eterna, che si conclude nell’abside segnata dal ritratto della Madonna, a cui è dedicata la chiesa; in questo spazio, il battistero e la penitenzeria si collocano vicino al portone di ingresso e consentono di purificare l’anima, prima di giungere all’incontro con Dio.
L’opera d’arte principale è definita dalla raffigurazione della Madonna, a cui è dedicato l’intero complesso religioso: si tratta di una raffigurazione eseguita con la tecnica del mosaico, dalle dimensioni 100×70 e posta in posizione centrale, dietro l’altare in modo da essere ben visibile da tutta l’aula liturgica. Alcune delle opere, fra cui la Via Crucis, sono state recuperate dalla vecchia chiesa; quest’ultima è stata ricollocata lungo le pareti della nuova chiesa, sette stazioni da un lato e le restanti sette dall’altro, in modo che percorrendo la chiesa nella sua complessità il fedele possa ripercorrere le principali tappe della vita di Cristo, fino alla sua crocifissione. Vicino all’ingresso della chiesa troviamo da un lato la scultura lignea di San Giuseppe, recuperata dalla chiesa esistente, e dall’altro la nuova opera raffigurante San Pio da Pietrelcina, molto venerato dalla comunità locale; sono collocate all’inizio della chiesa, in modo che qualsiasi fedele possa entrare e rendere omaggio ai due Santi, senza disturbare la messa. In corrispondenza del presbiterio, sopraelevato rispetto all’aula liturgica, si trovano l’altare in pietra con a fianco la croce astile, l’ambone, il cero pasquale, la seduta del celebrante e le altre sedute per i celebranti e i lettori; il crocifisso è stato recuperato dalla chiesa esistente e collocato a lato del presbiterio, al di sopra del luogo della custodia eucaristica, così da conferire un elevato valore spirituale a questo spazio. Il fonte battesimale, posto all’ingresso, è collocato a fianco di una “vasca” dove poter svolgere il rito del battesimo per immersione ed è composto da una base squadrata in pietra, sulla quale poggia un grande piatto in ottone. Lungo i lati lunghi della chiesa sono state poste 12 piccole nuove croci in bronzo per il rito di celebrazione dell’altare. Gli altri quadri recuperati dalla chiesa esistente ed il bassorilievo sono, invece, stati collocati all’interno dei locali del ministero pastorale.